L'uomo potrebbe essere stato eliminato viste le «fibrillazioni» che attraversano il mandamento di Bagheria, alle porte di Palermo. Legato a Provenzano, è ritenuto braccio destro di Di Salvo di cui - sospettano i carabinieri - ha tentato di minare la leadership
PALERMO. Si teme per la vita del boss Carmelo Bartolone, scomparso da Bagheria (Pa) a febbraio. Dopo il ritrovamento dei cadaveri di due narcos legati alla mafia canadesi, scoperti l'altro ieri dai carabinieri in una discarica di Casteldaccia, la scomparsa di Bartolone assume un significato diverso. L'uomo potrebbe essere stato eliminato viste le «fibrillazioni» che attraversano il mandamento alle porte di Palermo.
Legato al capomafia Bernardo Provenzano, Bartolone, ritenuto braccio destro del padrino Giacinto Di Salvo ha scontato una condanna definitiva per mafia nel processo 'Grande Mandamento', che ha portato in cella colonnelli e gregari del capomafia corleonese.
I carabinieri che, mercoledì, hanno fermato 23 persone in un blitz che ha azzerato il clan - nell'elenco dei destinatari del fermo c'era anche lui -, sospettano che Bartolone abbia
tentato di minare la leadership di Di Salvo.
Legato al capomafia Bernardo Provenzano, Bartolone, ritenuto braccio destro del padrino Giacinto Di Salvo ha scontato una condanna definitiva per mafia nel processo 'Grande Mandamento', che ha portato in cella colonnelli e gregari del capomafia corleonese.
I carabinieri che, mercoledì, hanno fermato 23 persone in un blitz che ha azzerato il clan - nell'elenco dei destinatari del fermo c'era anche lui -, sospettano che Bartolone abbia
tentato di minare la leadership di Di Salvo.
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