giovedì 10 novembre 2011

Parolisi vietò a Melania di usare Facebook

Subito dopo il ritrovamento del corpo, gli investigatori indicarono il marito come «autore del delitto», escludendo altre piste

Il 20 aprile 2011, appena poche ore dopo il ritrovamento del corpo di Melania Rea nella pineta di Ripe di Civitella, per i carabinieri di Teramo il probabile autore del delitto era già il marito, Salvatore Parolisi. È quanto si evince da un atto che gli stessi carabinieri inviarono alla Procura teramana il mattino dopo (21 aprile), per chiedere con urgenza di poter intercettare le utenze telefoniche del caporalmaggiore. Dunque, negli stessi istanti in cui i rappresentanti dell'Arma dichiaravano ai giornalisti che si stava «indagando a 360 gradi», in realtà le indagini erano già indirizzate verso una sola persona: Salvatore Parolisi. «Non è da escludersi», si legge nel documento inviato alla Procura di Teramo la mattina del 21 aprile, «che l'omicidio della Rea Carmela sia scaturito in ambito familiare. Si prega la S.V. Ill.ma di voler valutare la possibilità di emettere un decreto di intercettazione di urgenza sulle utenze sottoelencate, in uso al sig. Parolisi Salvatore». E ancora: «Allo stato attuale delle indagini, l'intercettazione delle seguenti utenze telefoniche appare indispensabile ed unico metodo per individuare e acquisire fonti di prova a carico dell'autore del delitto». Che cosa aveva indotto i carabinieri a ritenere fin da subito Parolisi l'«autore del delitto»? Una telefonata grazie alla quale avevano appreso che l'uomo aveva un'amante.

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A far indirizzare le indagini fin da subito contro Salvatore Parolisi (e far escludere, dunque, eventuali altre piste che potevano essere seguite), fu la scoperta che quest'ultimo tradiva la moglie. Una scoperta fatta non alcuni giorni dopo il delitto, come si riteneva finora, ma subito. Il 20 aprile 2011, infatti, proprio dopo il ritrovamento del corpo di Melania, al comando provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno giunse una telefonata. A chiamare era Immacolata «Imma» Rosa, la migliore amica della vittima, che riferì i problemi tra Melania e suo marito. «In relazione alle dichiarazioni rilasciate dalla predetta Rosa Immacolata, emerge chiaramente che la stessa è a conoscenza di problemi relazionali tra la defunta e il marito Parolisi Salvatore», si legge nel documento inviato dall'Arma alla Procura di Teramo, «Nelle dichiarazioni rese nel pomeriggio del 20.04.2011 a personale dell'Arma di Ascoli Piceno, la stessa si spinge anche ad ipotizzare un eventuale tradimento da parte del predetto Parolisi e sottolinea comportamenti a dir poco inusuali sia da parte della sua amica prima della scomparsa che del Parolisi Salvatore che, a suo dire, alle ore 15.10 del 19 aprile 2011, cosa mai successa in precedenza, l'aveva contattata al suo cellulare per parlarle di Carmela (Melania), esternandole che l'aveva sempre amata, lamentandosi del fatto che i carabinieri lo stavano assillando con le loro domande».

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Dopo aver descritto per sommi capi ai magistrati di Teramo il contenuto della telefonata fatta da Imma Rosa alla caserma di Ascoli Piceno, i carabinieri di Teramo chiesero alla Procura di mettere sotto intercettazione anche l'utenza telefonica di quest'ultima. «La Rosa Immacolata», si legge nella richiesta, «nelle sue dichiarazioni sottolinea inoltre che il Parolisi Salvatore negli ultimi tempi era diventato molto geloso, al punto di non permetterle (a Melania, ndr) di aprire un suo profilo su Facebook». Poi la richiesta di intercettare anche il telefono di Imma: «Alla luce di quanto sopra... si prega di voler valutare la possibilità di emettere un decreto di intercettazione di urgenza sulle utenze sottoelencate, in uso al sig. Parolisi Salvatore, marito della vittima, e Rosa Immacolata, amica intima della vittima, potendo ritenere che attraverso tali intercettazioni potrebbero essere acquisite fonti di prova per individuare l'autore dell'efferato delitto». Autore al quale, poche righe più sotto, viene dato un nome: Salvatore Parolisi.

Vanity Fair 

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