Lo ha deciso il Gip Fabio Di Giacomo. Maria Pulvirenti è indagata per rivelazione di segreto d’ufficio. Il convivente, Nello Maiolino, è in carcere con l’accusa di aver passato informazioni ad un clan mafioso
CATANIA. È stata interdetta per sei mesi dal pubblico servizio Maria Pulvirenti, la direttrice della sezione della cancelleria del Gip di Catania che si occupa di intercettazioni, indagata in stato di libertà per rivelazione di segreto d'ufficio. Lo ha deciso il Giudice per le indagini preliminari, Fabio Di Giacomo, che ha anche rigettato la richiesta di scarcerazione del convivente della donna, Sebastiano “Nello” Maiolino, 63 anni, originario di Noto (Siracusa), cancelliere del Tribunale di Catania, arrestato il 9 gennaio scorso dalla polizia per favoreggiamento personale aggravato dall'avere favorito l'associazione mafiosa. Secondo l'accusa, avrebbe sfruttato il suo ruolo per far sapere al boss Antonio Trigila, capo dell'omonima cosca, che in prigione era ascoltato da investigatori che avevano piazzato delle cimici. L'inchiesta, avviata due mesi fa, si è avvalsa di intercettazioni audio e video: una telecamera installata nell'ufficio dove lavorava la convivente, riprende Maiolino mentre visiona registri e documenti, anche in assenza della funzionaria. Secondo la tesi della Procura, Maria Pulvirenti, indagata per un solo episodio, avrebbe parlato con Maiolino di indagini svolte dalla Dda di Catania su Giovanni Cassarino, in passato indagato per estorsione commessa in concorso con il clan Trigila. Il Gip non ha riconosciuto l'esistenza dell'aggravante mafiosa. Le indagini della polizia sono state coordinate dal procuratore capo Giovanni Salvi e dal sostituto della Dda etnea Luigi Lombardo.
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