Francesco Spera, nipote del capomafia di Belmonte Mezzagno, Benedetto Spera, avrebbe ottenuto tra il 2004 e il 2009, contributi comunitari per 230 mila euro
PALERMO. Francesco Spera, nipote del boss mafioso di Belmonte Mezzagno, Benedetto Spera, avrebbe ottenuto tra il 2004 e il 2009, contributi comunitari per 230 mila euro, erogati dall'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), per promuovere lo sviluppo di iniziative di impresa e piccole realtà aziendali, direttamente connesse all'agricoltura ed all'allevamento, su terreni che però erano stati confiscati al padre, Giuseppe, anche lui condannato per mafia come il fratello, nel '97.
La guardia di finanza ha scoperto che ''grazie a fittizi contratti di comodato stipulati con la complicità di un'altra persona, regolarmente registrati" Spera "era riuscito a nascondere la disponibilità dei terreni, non comparendo direttamente nella richiesta del contributo ed ottenendo,
illecitamente, il finanziamento dell'Agea".
I finanzieri hanno denunciato il nipote del boss per truffa aggravata per conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, falsità in scrittura privata, e il suo complice per falso in scrittura privata, e hanno sequestrato, su ordine del gip di Termini Imerese, tre terreni nella disponibilità di Spera per garantire "il recupero delle somme illecitamente percepite".
La guardia di finanza ha scoperto che ''grazie a fittizi contratti di comodato stipulati con la complicità di un'altra persona, regolarmente registrati" Spera "era riuscito a nascondere la disponibilità dei terreni, non comparendo direttamente nella richiesta del contributo ed ottenendo,
illecitamente, il finanziamento dell'Agea".
I finanzieri hanno denunciato il nipote del boss per truffa aggravata per conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, falsità in scrittura privata, e il suo complice per falso in scrittura privata, e hanno sequestrato, su ordine del gip di Termini Imerese, tre terreni nella disponibilità di Spera per garantire "il recupero delle somme illecitamente percepite".
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