mercoledì 30 gennaio 2013

Musy, arrestato il presunto attentatore

Dietro l’agguato “contrasti politici”

Si chiama Francesco Furchì: era nella lista Alleanza per Torino, che sosteneva la candidatura a sindaco del consigliere Udc È stato fermato al termine di un interrogatorio durato tutta la notte

massimo numa
torino
Svolta nelle indagini sull’agguato ad Alberto Musy, il consigliere Udc raggiunto da quattro colpi di revolver nel cortile della propria abitazione a Torino, in via Barbaroux, il 21 marzo scorso. A quasi un anno dal tentato omicidio la polizia ha fermato un uomo al termine di un interrogatorio-fiume durato tutta la notte.

L’arrestato si chiama Francesco Furchì, ha 50 anni ed è nato a Ricadi (Vibo Valentia). Presidente dell’Associazione culturale Magna Grecia Millenium, nelle ultime elezioni comunali a Torino era candidato nella lista Alleanza per Torino, che sosteneva la candidatura a sindaco di Musy.

Così è stato incastrato
Numerosi e complessi gli elementi che hanno portato a identificare l’aggressore con Furchì, che continua a dirsi innocente. In primo luogo l’analisi delle celle telefoniche, che documentano il passaggio dell’uomo nella zona in cui si è consumato il delitto esattamente nell’arco temporale corrispondente alla ricostruzione fatta dagli investigatori. Il Politecnico di Torino ha svolto un dettagliato studio antropometrico che ha dimostrato una totale rispondenza dei parametri con il soggetto ripreso in video. Infine il dettaglio della camminata. L’uomo con il casco ripreso nel video era claudicante. Gli accertamenti hanno documentato che Furchì è affetto da una malformazione all’anca , un difetto che rende la sua andatura pienamente compatibile con quella dell’uomo del video.

I moventi
Sono principalmente tre i moventi - secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori - ad aver armato la mano di Francesco Furchì. Il mancato appoggio di Musy a un concorso per cattedra universitaria a Palermo;la mancata nomina a cariche comunali dopo che Furchì si era impegnato nella campagna elettorale a sostegno del consigliere Udc nel 2011;il mancato impegno di Musy nel reperire investitori che Furchì cercava per le sue attività. Queste le motivazioni covate da tempo che hanno fatto maturare un odio concretizzatosi nel progetto omicida.

Caselli: “Un’indagine mastodontica”
«L’indagine - ha detto il procuratore Giancarlo Caselli - è stata lunga, paziente, faticosa, analitica. Senza esagerazione è stata un’indagine mastodontica, gigantesca, un setacciamento incredibile di una serie di figure gravitanti nell’orbita della vittima. Abbiamo impegnato le migliori risorse della procura e della polizia, spendendo un tempo infinito. È stato come il lavoro dei cercatori d’oro, che setacciano quantità incredibili di sabbia e di acqua per individuare un qualche granello».

La moglie Angelica: “Voglio incontrare l’attentatore”
«Vorrei incontrare l’uomo che ha sparato a mio marito e ha cambiato le nostre vite», avrebbe confidato agli amici Angelica D’Auvare, la moglie di Alberto Musy. Nei mesi scorsi la signora aveva rivolto un appello pubblico ad aiutare gli investigatori ad individuare «chi ha compiuto quel gesto orrendo».

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