La Ragioneria dello Stato ne censisce oltre 117 mila
IN Calabria sono un piccolo esercito: 117.200 persone. La Ragioneria dello Stato ha conteggiato il numero dei dipendenti pubblici in servizio nel 2011: in tutta Italia sono 3 milioni 283 mila e quelli calabresi sono il 3,57 per cento del totale. E' come se tutti gli abitanti dell'area urbana cosentina (Cosenza, Castrolibero e Rende) o tutti quelli di Vibo Valentia e Lamezia Terme insieme, inclusi i neonati e gli anziani, avessero uno stipendio dallo Stato. Sotto varia forma, in realtà: dai contratti a tempo indeterminato ai lavori socialmente utili. Proprio questi ultimi, in particolare, si confermano un fenomeno soprattutto meridionale: negli enti localizzati della Campania se ne trova un quarto del totale nazionale, ma se si aggiungono anche quelli di Sicilia e Calabria si arriva ai due terzi degli lsu di tutta Italia.
A proposito delle regioni, l'analisi della Ragioneria dello Stato rileva che la Lombardia resta al primo posto con circa 406 mila impiegati, cinquemila in più rispetto al Lazio dei ministeri.In termini percentuali, le fette più consistenti del totale dei dipendenti dopo Lombardia e Lazio si trovano in Campania (9,14% del totale), Sicilia (8,88%) e Veneto (6,95%). Ma il dato rilevante è che per il terzo anno consecutivo si registra un ribasso: dal 2008 al 2011 ci sono 154 mila unità in meno, circa il 5%.
La contrazione più forte si avverte nel settore della scuola, dove la riduzione prosegue ben da quattro anni: tra il 2007 e il 2011 il comparto ha accumulato una contrazione di oltre il 10%, che in termini assoluti spiega la gran parte della riduzione del totale del pubblico impiego. In generale, l'analisi della Ragioneria dello Stato ha censito impieghi pubblici statali (ministeri; agenzie fiscali, Presidenza del consiglio dei ministri; vigili del fuoco; scuola; istituzioni di alta formazione artistica e musicale; corpi di polizia; forze armate; magistratura; diplomatici; prefetti; carriera penitenziaria) e pubblici non statali (servizio sanitario nazionale; enti pubblici non economici; enti di ricerca; Regioni ed autonomie locali; Regioni a statuto speciale e province autonome; università; autorità indipendenti; enti ex art. 70 d.lgs. 165/2001; enti ex art. 60 terzo comma d.lgs. 165/2001).
Gli impiegati calabresi nel 2011 pesavano per il 3,57 per cento del totale nazionale. Guida la classifica la Lombardia seguita dal Lazio. Ma al Sud pesano molto i lavoratori socialmente utili. Nel complesso, il censimento riporta a livello nazionale una contrazione del 5 per cento. E a pagare è soprattutto la scuola
IN Calabria sono un piccolo esercito: 117.200 persone. La Ragioneria dello Stato ha conteggiato il numero dei dipendenti pubblici in servizio nel 2011: in tutta Italia sono 3 milioni 283 mila e quelli calabresi sono il 3,57 per cento del totale. E' come se tutti gli abitanti dell'area urbana cosentina (Cosenza, Castrolibero e Rende) o tutti quelli di Vibo Valentia e Lamezia Terme insieme, inclusi i neonati e gli anziani, avessero uno stipendio dallo Stato. Sotto varia forma, in realtà: dai contratti a tempo indeterminato ai lavori socialmente utili. Proprio questi ultimi, in particolare, si confermano un fenomeno soprattutto meridionale: negli enti localizzati della Campania se ne trova un quarto del totale nazionale, ma se si aggiungono anche quelli di Sicilia e Calabria si arriva ai due terzi degli lsu di tutta Italia.
A proposito delle regioni, l'analisi della Ragioneria dello Stato rileva che la Lombardia resta al primo posto con circa 406 mila impiegati, cinquemila in più rispetto al Lazio dei ministeri.In termini percentuali, le fette più consistenti del totale dei dipendenti dopo Lombardia e Lazio si trovano in Campania (9,14% del totale), Sicilia (8,88%) e Veneto (6,95%). Ma il dato rilevante è che per il terzo anno consecutivo si registra un ribasso: dal 2008 al 2011 ci sono 154 mila unità in meno, circa il 5%.
La contrazione più forte si avverte nel settore della scuola, dove la riduzione prosegue ben da quattro anni: tra il 2007 e il 2011 il comparto ha accumulato una contrazione di oltre il 10%, che in termini assoluti spiega la gran parte della riduzione del totale del pubblico impiego. In generale, l'analisi della Ragioneria dello Stato ha censito impieghi pubblici statali (ministeri; agenzie fiscali, Presidenza del consiglio dei ministri; vigili del fuoco; scuola; istituzioni di alta formazione artistica e musicale; corpi di polizia; forze armate; magistratura; diplomatici; prefetti; carriera penitenziaria) e pubblici non statali (servizio sanitario nazionale; enti pubblici non economici; enti di ricerca; Regioni ed autonomie locali; Regioni a statuto speciale e province autonome; università; autorità indipendenti; enti ex art. 70 d.lgs. 165/2001; enti ex art. 60 terzo comma d.lgs. 165/2001).
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