Dai controlli Inps risultavano riscuotere gli assegni di defunti
Per 14 persone scattate le manette
Operazione pensione riscosse da defunti: sono 615 le persone denunciate dall’Inps nel 2012 per aver riscosso indebitamente la pensione di persone non in vita. Per 14 sono anche scattate le manette. A fare il bilancio è l’istituto di previdenza che ha così individuando 12,6 milioni riscossi in modo truffaldino, già in parte recuperati.
«L’Inps, per contrastare il fenomeno della riscossione indebita di rate di pensione a seguito dell’omissione delle comunicazioni di decesso del pensionato - è scritto in un comunicato diffuso dall’ente di previdenza - ha da tempo avviato operazioni di accertamento dell’esistenza in vita sull’intero territorio nazionale».
L’attività investigativa diretta alla scoperta e alla repressione di queste frodi - viene spiegato nella nota - «è generalmente attivata dalle strutture dell’Inps, che forniscono alle autorità competenti gli elementi necessari all’apertura delle indagini: nel corso del 2012, l’attività di contrasto da parte delle forze dell’ordine ha determinato ben 615 denunce, 14 arresti e l’accertamento di oltre 12,6 milioni di euro di prestazioni riscosse indebitamente». L’attività di contrasto alle frodi nei confronti dell’Inps ha comunque portato nel 2012 alla denuncia di circa 9 mila persone, delle quali oltre 40 sono state arrestate.
L’operazione di individuazione dei cittadini che hanno percepito pensioni di familiari defunti prevede che ai soggetti individuati l’Istituto invii una comunicazione con allegato un bollettino precompilato con l’importo da restituire. «A tutt’oggi - spiega l’Inps - la percentuale di coloro che hanno rimborsato il debito in un’unica soluzione o che hanno richiesto una rateizzazione, è pari a circa il 27%. Nello specifico, su circa 24mila lettere inviate sono stati pagati 4.344 MAV e sono stati inseriti in procedura 571 piani di rateizzazione con un recupero totale pari a circa 6,8 milioni di euro».
«Oggi - prosegue l’istituto - il meccanismo di trasmissione dei decessi si ritiene in sicurezza, grazie anche al rafforzamento della pressione esercitata sui Comuni da parte dell’Istituto, anche se possono permanere casi in cui il difetto di comunicazione da parte dei Comuni, avvenuto in passato prima del consolidarsi della trasmissione telematica, possa determinare ancora indebite riscossioni di prestazioni pensionistiche. In effetti, dal 2009, anno in cui si è consolidato il sistema di trasmissione telematica dei decessi, il tempo medio di trasmissione della certificazione da parte dei Comuni è diminuito di oltre 20 giorni, passando dai 37,5 del 2009 ai 10,1 giorni del 2012».
«L’Inps, per contrastare il fenomeno della riscossione indebita di rate di pensione a seguito dell’omissione delle comunicazioni di decesso del pensionato - è scritto in un comunicato diffuso dall’ente di previdenza - ha da tempo avviato operazioni di accertamento dell’esistenza in vita sull’intero territorio nazionale».
L’attività investigativa diretta alla scoperta e alla repressione di queste frodi - viene spiegato nella nota - «è generalmente attivata dalle strutture dell’Inps, che forniscono alle autorità competenti gli elementi necessari all’apertura delle indagini: nel corso del 2012, l’attività di contrasto da parte delle forze dell’ordine ha determinato ben 615 denunce, 14 arresti e l’accertamento di oltre 12,6 milioni di euro di prestazioni riscosse indebitamente». L’attività di contrasto alle frodi nei confronti dell’Inps ha comunque portato nel 2012 alla denuncia di circa 9 mila persone, delle quali oltre 40 sono state arrestate.
L’operazione di individuazione dei cittadini che hanno percepito pensioni di familiari defunti prevede che ai soggetti individuati l’Istituto invii una comunicazione con allegato un bollettino precompilato con l’importo da restituire. «A tutt’oggi - spiega l’Inps - la percentuale di coloro che hanno rimborsato il debito in un’unica soluzione o che hanno richiesto una rateizzazione, è pari a circa il 27%. Nello specifico, su circa 24mila lettere inviate sono stati pagati 4.344 MAV e sono stati inseriti in procedura 571 piani di rateizzazione con un recupero totale pari a circa 6,8 milioni di euro».
«Oggi - prosegue l’istituto - il meccanismo di trasmissione dei decessi si ritiene in sicurezza, grazie anche al rafforzamento della pressione esercitata sui Comuni da parte dell’Istituto, anche se possono permanere casi in cui il difetto di comunicazione da parte dei Comuni, avvenuto in passato prima del consolidarsi della trasmissione telematica, possa determinare ancora indebite riscossioni di prestazioni pensionistiche. In effetti, dal 2009, anno in cui si è consolidato il sistema di trasmissione telematica dei decessi, il tempo medio di trasmissione della certificazione da parte dei Comuni è diminuito di oltre 20 giorni, passando dai 37,5 del 2009 ai 10,1 giorni del 2012».
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