sabato 1 marzo 2014

Moglie del boss querela cronista

Familiari vittime di mafia contro querela a cronista


Roma, 1 mar. (TMNews) - I familiari delle vittime di mafia si schierano a favore del giornalista siciliano Rino Giacalone che è stato querelato per diffamazione dalla vedova del boss Mariano Agate. Margherita Asta è la prima firmataria di un appello pubblico che è sottoscritto da 39 persone, da Nando Dalla Chiesa a Carla e Maddalena Rostagno, da Alberto Spampinato ad Angelo Mizzi.
"Noi familiari di vittime di mafia manifestiamo stupore e indignazione per l'ultima paradossale esibizione di persone legate al mondo di Cosa Nostra. Ci riferiamo alla decisione della signora Rosa Pace, vedova del noto capomafia Mariano Agate, deceduto il 3 aprile 2013, la quale, querelando per diffamazione a mezzo stampa il giornalista Rino Giacalone, pretende di tutelare la buona reputazione del marito, un criminale condannato a vari ergastoli per i suoi truci delitti, coinvolto in fatti di sangue disumani".

"La querela si riferisce a un articolo in cui il giornalista, dopo aver ricapitolato la carriera del boss, ha espresso con le parole colorite proprie del linguaggio comune il disprezzo che tutti noi proviamo per le sue imprese sanguinose".
La frase - si ammette - "è forte, non è elegante, ma non può essere considerata offensiva, poiché esprime una opinione fondata su dati di fatto e diritto. Come può danneggiare la reputazione di un criminale riconosciuto colpevole di omicidi truci e di vere e proprie barbarie? Di un uomo al quale il vescovo di Mazara del Vallo Mons. Mogavero ha rifiutato i funerali religiosi, con ciò attirandosi da parte della stessa signora Rosa Pace l'accusa di 'fare propaganda giustizialista', di avere fatto della sua famiglia 'carne da macello ? Invece di offendersi, la signora Rosa Pace dovrebbe mettersi nei nostri panni, nei panni dei familiari delle vittime".


Familiari vittime mafia contro querela a cronista da moglie boss
Roma, 1 mar. (TMNews) - Le famiglie vittime di mafia sempre rivolgendosi alla signora Rosa Pace aggiungono: "Noi abbiamo il diritto di lamentare di essere state trasformate ingiustamente in carne da macello, come carne da macello sono stati uomini, donne e bambini strappati ala vita per responsabilità di quel capomafia, alcuni perché servivano fedelmente lo Stato, altri perché erano casualmente nei luoghi dove è stata seminata violenza".
 
 
Inoltre si sottolinea: "La signora Pace abbia la dignità di prendere le distanze dalle imprese criminali del marito e ritiri questa querela che ci offende. Se non lo farà, la magistratura dimostri che esiste una giustizia giusta, pronta e incontaminata. Lo dimostri archiviando subito questa pretesa di difendere una buona reputazione inesistente, questo tentativo di abusare della giustizia per indirizzare messaggi intimidatori a Rino Giacalone, al quale esprimiamo solidarietà, e a tutti i giornalisti che, come lui, di fronte all'indifferenza generale hanno il coraggio di ricordare gli atroci crimini di cui si sono macchiate determinate persone, e di dire che i cosiddetti uomini d'onore, in realtà, non hanno nessun onore".
Margherita Asta è la figlia maggiore di Barbara Rizzo Asta e sorella di Salvatore e Giuseppe, gemelli di sei anni. Il 2 aprile dell'85 a una curva della frazione balneare di Pizzolungo quel giorno i mafiosi avevano piazzato una autobomba destinata ad esplodere al passaggio della vettura blindata del sostituto procuratore Carlo Palermo. Nello stesso istante in cui veniva schiacciato il pulsante del detonatore, però, tra quell'autobomba e la Fiat Argenta del magistrato si trovò di mezzo una utilitaria con a bordo una madre con due figli. Furono loro tre le vittime di quell'esplosione, vennero ridotti a brandelli, delle due auto non restò nulla.

Nessun commento:

Posta un commento