giovedì 21 novembre 2013

Stato-mafia, il pentito Giuffrè: "Nel '91 decidemmo la resa dei conti"


PALERMO. «Nel '91 partecipai alla famosa riunione della resa dei conti di Cosa nostra dove si decise l'eliminazione dei politici ritenuti inaffidabili, come Lima, i Salvo, Mannino, Vizzini e Andò, e i magistrati ostili come Falcone e Borsellino». A raccontare della dichiarazione di guerra pronunciata dal boss Totò Riina in una drammatica riunione della Commissione è il pentito Nino Giuffrè che sta deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia.

Giuffrè ha anche raccontato che dal 1987 la mafia spostò i suoi voti dalla Dc al Psi e ai Radicali. «Dopo la riunione - ha aggiunto - iniziò una politica di aggressione a chi veniva
considerato un traditore». La riunione della «resa dei conti» avvenne a dicembre del 91, poco dopo la cassazione confermò gli ergastoli del maxiprocesso. «Fu la goccia che fece traboccare il vaso», ha detto Giuffrè. «Ma già a dicembre si vociferava - ha aggiunto - che la sentenza sarebbe andata male».

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