martedì 5 novembre 2013

Roma, il giallo della 28 enne morta


Gli inquirenti: “Precipitata in cortile”
Al vaglio degli investigatori l’ipotesi che la giovane sia caduta, per cause ancora da accertare, dalla sommità del palazzetto in cui abitava
Precipitata nel cortile del palazzo in cui abitava. È quasi una certezza per inquirenti ed investigatori che indagano sulla morte di Simona Riso, la ventottenne deceduta nell’ospedale San Giovanni dopo essere arrivata agonizzante e dopo aver denunciato una violenza sessuale che in realtà non c’è stata. La procura procede per omicidio volontario contro ignoti, dopo le risultanze dell’ autopsia e la denuncia dei familiari convinti che Simona sia stata uccisa. Ma il giallo resta.
La prima svolta nelle indagini, però, è arrivata oggi dopo il sopralluogo compiuto dal pm Attilio Pisani in via Urbisaglia nel cortile e nel palazzo dove la giovane, in un seminterrato, viveva e, conseguentemente, dopo la rilettura dei risultati autoptici. Ora i titolari degli accertamenti sono impegnati a stabilire le cause della caduta. Volontaria, accidentale o provocata da una spinta? Il terrazzo condominiale appare il luogo più probabile da dove Simona sarebbe precipitata, anche se in quel luogo non è stata trovata alcuna traccia al riguardo. Il mistero potrebbe essere svelato dagli accertamenti tecnici di laboratorio disposti dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal sostituto Attilio Pisani.

Quello che appare ormai qualcosa di più di un’ipotesi è scaturita dalla compatibilità delle fratture e dei graffi riscontrati sul corpo di Simona con un eventuale impatto con gli arbusti del cortile.
Secondo gli inquirenti ed i carabinieri della compagnia Piazza Dante le circostanze della morte di Simona Riso sarebbero dunque circoscritte all’ambito in cui risiedeva e ad un arco di tempo che va dalle 4:45, ora in cui sentì la madre al telefono, e le 7, quando è stata trovata in fin di vita. Un ambito, quello che fa tramontare anche la possibilità che il corpo sia stata trascinata nel cortile, che sembra confermato anche dall’esame dei video delle telecamere a circuito chiuso della zona. Nessun movimento sospetto sarebbe emerso dalle immagini registrate.
Ora gli accertamenti, a partire dalla raccolta delle versioni dei vicini di casa e degli altri tre occupanti dell’appartamento nel seminterrato, si concentrano anche sui risultati delle varie consulenze tecniche disposte. Tra queste gli esami tossicologici, quelli delle urine e del sangue nonché delle tracce organiche trovate sulla maglietta indossata dalla giovane.

Al vaglio degli inquirenti di piazzale Clodio c’è anche l’assunzione di farmaci da parte di Simona, in particolare di un potente ansiolitico del quale, nell’appartamento, sono stati trovati una confezione e la relativa prescrizione. E sulla morte della giovane, originaria di San Calogero (Vibo Valentia) è intervenuta oggi la deputata calabrese Dalila Nesci (M5S) con un’interrogazione ai ministri della Giustizia, dell’Interno, della Difesa e della Salute. «Il decesso di Simona Riso - ha dichiarato - non può restare un mistero né essere impunito. Sia fatta subito giustizia».  

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