venerdì 10 febbraio 2012

Usura a Palermo, bancari denunciati

Conclusa l'operazione della guardia di finanza denominata "The uncle": nel mirino altre 15 persone. Coinvolti funzionari di istituti di credito



PALERMO. Con la denuncia di altre 15 persone, si può definire conclusa l'operazione denominata "The uncle", che è stata condotta dalla guardia di finanza e ha permesso a Palermo di sgominare un vasto giro di usura organizzato da tre persone, nei confronti delle quali, nei mesi scorsi, era già stato sequestrato un rilevante patrimonio, fatto di ville, appartamenti, negozi, attività commerciali e autoveicoli di lusso, valutato in 7 milioni. Il patrimonio era ritenuto provento di un'attività di usura e di esercizio abusivo dell'attività finanziaria.

Oltre ai tre usurai, al termine di questa seconda fase dell'indagine, sono state denunciate sette persone per il reato di trasferimento fraudolento di valori: si tratta di prestanome ai quali gli usurai avevano fittiziamente intestato la proprietà di beni e disponibilità finanziarie loro direttamente riconducibili, in modo da ostacolare la ricostruzione del patrimonio accumulato dagli stessi negli anni, attraverso l'illecita attività; denunciati anche due funzionari e di un impiegato di banca, per il reato di favoreggiamento reale, in quanto hanno consapevolmente supportato gli usurai, permettendo loro di utilizzare, per i propri affari illeciti, sia conti correnti intestati a soggetti prestanome, sia di effettuare operazioni illegali su titoli di credito, attraverso manomissioni e alterazioni di documenti e con impiego di timbri falsi; di due persone per favoreggiamento personale; pur essendo vittime di usura, anziché collaborare con gli investigatori, infatti, non solo hanno negato ogni rapporto con i tre usurai, ma li hanno tempestivamente avvisati dell'esistenza di indagini in corso nei loro confronti.

L'operazione "The uncle" - 'Lo zio', come si faceva chiamare uno dei due fratelli dalle vittime e dai collaboratori - ebbe inizio il 20 luglio dell'anno scorso, con il sequestro di beni (oltre 7 mln appunto) a due fratelli palermitani dediti all'usura e noti da anni come i maggiori referenti del credito illegale a Palermo e provincia.

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