venerdì 3 febbraio 2012

Mafia e disoccupazione «Allarme dei prefetti»


BARI - Al termine della riunione ha detto che si «è arricchita di una serie di conoscenze che porterà a Roma». Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha da poco concluso il cosiddetto vertice di coordinamento con le forze dell’ordine e i capi delle procure di Bari, Trani, Lucera e Foggia, accompagnata dai capi nazionali di polizia, carabinieri e Guardia di finanza (c’erano anche il direttore della Dia e il capo dello Sco). Entra nella stanza del prefetto di Bari, Mario Tafaro e, dopo pochissimi minuti di «sintesi» dei lavori appena conclusi, risponde alle domande dei giornalisti. Parla di disoccupazione giovanile come segnale d’allarme che arriva da tutti i suoi «colleghi» prefetti pugliesi, fa riferimento a problemi ambientali (come quello di Taranto) e sull’immancabile riferimento alla criminalità organizzata cita le «risposte significative» riferendosi ai dati (pubblicati a fianco) di contrasto ai clan baresi e foggiani.

Resta il fatto che a Bari e provincia, nel solo mese di gennaio, si sono registrati ben cinque morti ammazzati: un dato che fa riflettere e che è sintomo di un ripresa della faida tra i clan per la spartizione delle attività illecite. Sulla lotta alla mafia, il ministro ha aggiunto che «è fondamentale l’humus culturale, la capacità della gente di respingere la mentalità mafiosa. Lavoreremo anche su questo». Insomma, il ministro ha rilanciato il modello di quell’antimafia sociale di cui si è fatto portavoce in più occasioni lo stesso procuratore capo di Bari, Antonio Laudati.

Cancellieri ha poi indicato nella tutela dell’ambiente e nell’immigrazione clandestina i settori sui quali si dovrà intervenire con maggiore intensità in Puglia. Insomma, il ministro è tornato a Roma con una lista della spesa, soprattutto di richieste che arrivano dal territorio pugliese in particolar modo dalla magistratura che soffre la carenza di organici in alcuni uffici. Uno dei temi affrontati a latere della riunione - nel corso della quale si è fatto il punto delle attività investigative in corso - è quello dell’istituzione di una sezione della Dda a Manfredonia: sul punto, dal Viminale hanno fatto sapere che la situazione si è sbloccata. Quindi, nel foggiano - dove è ormai certificata la presenza di una mafia garganica abbastanza radicata nel territorio - ci sarà un presidio dei magistrati Dda.

Intanto, il sindaco di Bari, Michele Emiliano in un intervento a La7 precisa che le operazioni di polizia ad alto impatto «operazioni d’immagine e la popolazione si rende conto che quando le volanti vanno via dai quartieri la situazione è identica a prima». Emiliano ha parlato di necessità di «intelligence, bisogna lavorare in incognito sul territorio, presidiandolo, creando legami con i cittadini, cercando informazioni utili a prevenire i crimini, anche utilizzando le intercettazioni telefoniche che sono utilissime». In merito alla collaborazione tra istituzioni, il primo cittadino ha sottolineato che «le questure hanno il divieto del ministero dell’Interno di passare i dati sulla criminalità ai comuni. Quando entravo in questura da magistrato tremavano i muri - ha detto - adesso che ci entro da Sindaco sono un rompiscatole».

Nicola Pepe

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