mercoledì 3 agosto 2011

"Un segreto in caserma dietro la morte di Melania"

Il caporalmaggiore accusato di omicidio resta in carcere



TERAMO
Salvatore Parolisi resta in carcere con l’accusa di aver massacrato con 32 coltellate la moglie Melania Rea.
Il gip di Teramo Giovanni Cirillo, nell’ordinanza in cui chiede l’arresto del caporalmaggiore mantiene l’impianto accusatorio della procura di Ascoli: Salvatore si è scagliato contro la moglie dopo un litigio. Ma mentre per i giudici ascolani il movente era la pressione psicologica, legata alla relazione extraconiugale con la soldatessa Ludovica, per il gip di Teramo il ventaglio delle ipotesi è più ampio. Il fattore scatenante potrebbe nascondersi tra le mura della caserma femminile Clementi di Ascoli dove Salvatore (difeso dagli avvocati Biscotti e Gentile) lavorava come istruttore. «Melania potrebbe aver scoperto un segreto inconfessabile del marito che va ricercato in caserma. Non sono da escludere neanche le altre relazioni extraconiugali di Parolisi». Si accenna anche a possibili giri di droga in caserma.

Nell’informativa dei Ros di Ancona, che insieme ai carabinieri di Ascoli hanno seguito il caso, c’è un’intercettazione telefonica tra Salvatore e la sorella. Lui le parla della caserma «Clementi» e le racconta di possibili provvedimenti disciplinari contro di lui e altri colleghi che come lui, non avrebbero rispettato il divieto d’intrattenere relazioni con le allieve. Tra le altre ipotesi vagliate, il gip scrive: «non è la gelosia: Salvatore non era geloso e, del resto, la moglie non gliene dava ragione». Un altro motivo di dissidio familiare sarebbe anche un incidente stradale del 2008 per cui è presto atteso un processo: un bambino venne ucciso da un’auto, in provincia di Napoli, sulla quale si trovava Parolisi. Dall’ordinanza non scompaiono, ovviamente le bugie i tradimenti di Salvatore. Riferendosi alla sua personalità il gip sottolinea inoltre, «la scarsa e inesistente capacità di controllare impulsi aggressivi fino alle estreme conseguenze», una «lucidità e freddezza nell’imbastire versioni di comodo». Sospetto anche il suo atteggiamento nei confronti dei suoceri: «Salvatore continua imperturbabilmente a frequentare i genitori della vittima». Per il gip è falso l’alibi di Colle San Marco: «non c’era stato con Melania e l’ha cercata troppo tardi». Sulle ferite post morte, il gip parla di «deturpazione» per cui non è escluso un complice.

Il pool di magistrati teramani - il procuratore, Ferretti, e i pm Aloisi e Rosati - contesta a Parolisi anche l’aggravante di aver «profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa». L’avvocato dei parenti di Melania, Mauro Gionni, stigmatizza le «affermazioni non vere degli dei legali di Parolisi». I quali annunciano che anche domani Salvatore non risponderà al gip: «Parlerà di fronte al Riesame». In carcere, intanto, il fascinoso istruttore continua a ricevere lettere d’amore da sconosciute fans.

GRAZIA LONGO

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