Catturato in Messico El Diego, era a capo di una delle bande
più violente di Ciudad Juarez
La polizia messicana ha messo a segno un colpo importante nella guerra contro i cartelli della droga: uno dei 20 criminali più ricercati del Paese, Josè Antonio "El Diego" Hernandez Acosta (33 anni), mandante di almeno 1.500 omicidi, è stato arrestato nello stato settentrionale di Chihuahua, alla frontiera con gli Stati Uniti.
«"El Diego" ha confessato di aver ordinato l’omicidio di almeno 1.500 persone», ha sottolineato alla stampa locale il capo della divisione antidroga della polizia, Ramon Pequeno Garcia, aggiungendo che «la sua cattura è stata possibile grazie allo scambio di informazioni con la Dea, l’agenzia federale antidroga statunitense». Acosta era il leader de "La Linea", gang armata al soldo del potentissimo cartello della droga di Juarez, che opera in una delle città più violente del pianeta, Ciudad Juerez, dove il bollettino di guerra aumenta di giorno in giorno: solo nel 2010 sono stati commessi oltre 3 mila omicidi. Su di lui pesava una taglia di oltre un milione di dollari.
In queste ore la polizia federale sta ricostruendo il raccapricciante curriculum del boss che è stato - ha precisato Garcia - «il cervello dei massacri più atroci commessi alla frontiera con gli Stati Uniti». "El Diego" sarebbe stato infatti uno degli uomini chiave di tanti massacri commessi a partire dal 2008, quando è iniziata la guerra tra i sicari del cartello di Juarez e quello di Sinaloa. «Tra le 1.500 persone vittime ci sono poliziotti, membri di gruppi criminali rivali e della sua stessa organizzazione, oltre a dei civili», ha precisato il capo della polizia. Tra le accuse più pesanti contro ’El Diego, il massacro di Villas de Salvarcar, dove nel gennaio del 2010 furono uccise 15 persone, e l’omicidio nel marzo del 2010 di due impiegati del consolato statunitense, Lesley Enriquez, incinta di 4 mesi, e suo marito. Crivellati di colpi di arma da fuoco mentre viaggiavano a bordo della loro auto. Le autorità non escludono che Washington possa chiedere l’estradizione di Acosta.
L’operazione è stata accolta con soddisfazione dal presidente messicano Felipe Calderon che, dal suo profilo di Twitter, ha affermato: «è il più grande colpo messo a segno contro il crimine di Ciudad Jarez». Secondo le cifre ufficiali, spesso in contraddizione con quelle fornite dalle organizzazioni per i diritti umani, dal 2006 - anno in cui Calderon ha assunto la presidenza - sarebbero state almeno 41 mila le vittime della guerra dei cartelli della droga messicani. Un bilancio pesante, aggravato dagli almeno 32 omicidi commessi nel paese nelle ultime ore e dalla scoperta di un campo per l’addestramento dei sicari di un altro cartello, quello degli Zetas, a Nuevo Leon, alla frontiera con gli Usa.
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