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domenica 25 aprile 2010
Mafia, sequestrati beni a boss clan coinvolto in fatti Rosarno
Mafia, sequestrati beni a boss clan coinvolto in fatti Rosarno
Società e immobili sono stati sequestrati questa mattina e un presunto prestanome è finito in carcere in un'operazione della Squadra mobile di Reggio Calabria contro il patrimonio del boss di un clan della 'ndrangheta. Lo riferiscono gli inquirenti.
I beni sequestrati, di cui non si conosce ancora il valore, sono riconducibili a Carmelo Bellocco, arrestato lo scorso febbraio a Roma e considerato il capo dell'omonimo clan, coinvolto nei recenti disordini di Rosarno.
In manette stamattina è finito l'intestatario dei beni, Giuseppe Spasaro, "per essersi prestato ad acquisire fittiziamente un'impresa al fine di eludere disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale", dicono gli inquirenti.
Quella di stamani è la seconda operazione in cinque giorni contro il patrimonio di Carmelo Bellocco, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, racket e narcotraffico.
Mafia: Arrestato Boss Di Gela, Gestiva Le Estorsioni Per Cosa Nostra
(ASCA) - Roma, 24 apr - A distanza di un anno dall'operazione di Polizia denominata ''Gheppio'', ieri, i poliziotti della Sezione criminalita' organizzata della Squadra Mobile e del Commissariato di Gela, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Caltanissetta, Marcello Testaquadra, su richiesta della Dda, a carico di Maurizio Saverio La Rosa, di 41 anni, detenuto presso la Casa circondariale di Agrigento. La Rosa e' ritenuto responsabile di aver messo in atto, nell'agosto del 2008, un pesante tentativo di estorsione a danno di un imprenditore gelese del settore edile, costringendolo, mediante minacce, e giovandosi della propria appartenenza a ''cosa nostra'', a consegnarli indebitamente una somma di denaro di rilevante entita', oltre che affidare in subappalto lavori edili alle ditte legate al sodalizio mafioso, non riuscendo, comunque, a realizzare quanto si era proposto per ragioni indipendenti dalla propria volonta'. L'imprenditore ha ammesso di essere stato avvicinato da Maurizio Saverio La Rosa, collaborando di fatto con l'A.G.. Le risultanze investigative sono state compendiate con le dichiarazioni degli ultimi collaboratori di giustizia, in particolare con quelle rese da Carmelo Barbieri e da Crocifisso Smorta, che hanno delineato la figura criminale di La Rosa, che era stato incaricato, nel 2008 , di raccogliere il pizzo a Gela presso gli operatori economici della citta' ed era stato, per questo, nominato reggente della famiglia gelese di cosa nostra, atteso il fatto che altri piu' importanti soggetti mafiosi di cosa nostra di Gela erano stati tratti in arresto.
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