lunedì 11 gennaio 2010

Mafia:l'industria del crimine


Mafia:l'industria del crimine

Prima di iniziare a scrivere questo articolo, mi sono chiesta: "ma cos'è la mafia? Cosa Nostra? Quando è nata? Chi la contrasta?" documentandomi qui e lì, sono riuscita a farmi un quadro generale. Occorre dire che il termine "mafia" viene usato quando si indica un'associazione malavitosa, originariamente siciliana, più precisamente Cosa Nostra. Questa è nata nel diciannovesimo secolo, basandosi sulla mancanza di fiducia nello Stato, sulla corruzione, su attività illecite. Inizialmente veniva addirittura negata la sua esistenza, e fu solo a partire dagli anni Sessanta che le autorità iniziarono ad indagare. Solo nel 1982 venne introdotto il reato di associazione mafiosa nel codice penale. La mafia è così potente non solo per le attività illecite che la riguardano, ma per il potere che ha acquisito: tra alleanze, e collaborazioni anche con funzionari dello Stato, e con l'appoggio di una parte della popolazione, Cosa Nostra si è assicurata un'ottima garanzia d'esistenza, che non è tuttavia invincibile. In tanti hanno cercato di porre fine all'illegalità della camorra, a volte sacrificando la loro stessa vita per la legge. Una vittima della mafia fu Accursio Miraglia, nato in provincia di Agrigento, (1896-1947), sindacalista e presidente della Camera del lavoro a Sciacca. Dopo il diploma iniziò a lavorare in banca a Milano, ma venne licenziato per "contrasti di natura politica": i colleghi non sopportavano la sua continua ricerca di giustizia ed uguaglianza, e le lotte a fianco degli operai. Ma le iniziative di Accursio Miraglia furono tante: fondò la prima Camera del Lavoro di Sciacca, che servì da esempio per i nascenti sindacati, in un epoca nella quale la terra era in mano ai mafiosi. Aiutò parte della popolazione durante la seconda guerra mondiale, fornendo materie prime allora vietate agli artigiani affinchè potessero svolgere il proprio lavoro. L'opera più significativa però, fu la fondazione della cooperativa "Madre Terra", tutt'oggi molto importante, che conta circa mille soci con una superficie di duemila ettari coltivata ad ulivi. Venne ucciso il 4 gennaio 1947, per mano della mafia. Altre vittime di Cosa Nostra furono i fratelli Vaccaro Notte: tornati dalla Germania (dove vissero per alcuni anni), con il denaro risparmiato avviarono un'impresa di pompe funebri, che però creò concorrenza ad un'impresa di altri due fratelli, ritenuti vicini a Salvatore Fragapane, capoprovincia di Cosa Nostra. Un imprenditore edile invitò Vincenzo e Salvatore Vaccaro Notte ad un compromesso con un gruppo mafioso locale (la Cosca dei Pidocchi) che i due fratelli coraggiosamente rifiutarono. Vincenzo venne ucciso il 3 novembre 1999. Salvatore non solo continuò l'attività di pompe funebri, ma indagò sulla morte del fratello con un memoriale. Il 5 febbraio 2000 venne ucciso. Angelo, il terzo fratello, cercò l'aiuto delle forze dell'ordine. Nel 2006 le indagini portarono all'arresto di noti mafiosi, incolpati anche di corruzione politica e traffici di armi e droga. Un ruolo fondamentale nella resistenza a Cosa Nostra va attribuito anche ai pentiti mafiosi, senza i quali clamorose alleanze tra il potere legale e quello illegale, politici e uomini di Cosa Nostra. Il primo pentito, Tommaso Buscetta, ex boss mafioso, fece importanti testimonianze riguardo le strutture e le regole della mafia: una tra le principali è l'omertà, l'implicito dovere di tacere, rivolto a tutti. Centinaia di commercianti, dopo un anno, hanno ammesso d'essere minacciati da squadre di picciotti: non solo pizzi pagati in silenzio per anni, temendo lo "sgarro", ma anche incendi e bombe. Alcuni esempi: "Prima mi hanno detto: Diventiamo soci al 30%. Poi mi hanno alzato il prezzo, e alla fine si sono impadroniti di tutto". "Sono un farmacista. Ho subìto 4 rapine, poi mi è arrivata una telefonata anonima. Mi hanno costretto ad assumere un ex-detenuto che mi fa da guardia". La mafia non solo rapina costantemente negozi, ma impone ai cittadini di comperare un prodotto invece di un altro, o di rivolgersi ad una certa ditta piuttosto di un'altra. Ma ora la gente sta reagendo: la voglia di abbattere questo muro che divide la legalità dall'obbligo del silenzio è presente, anche se è necessaria una maggiore fiducia nelle istituzioni, e una maggiore presenza dello Stato.

Istituto Liceo Statale Giorgio Dal Piaz
Data inserimento 11/01/2010 18.58.11
Regione VENETO
Provincia Belluno
Comune Feltre

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