Poliziotti killer della mafia
Ergastolo e 180 anni di carcere
Ergastolo: questa la condanna (definitiva) inflitta a Stephen Carapacca (67 anni) e Louis Eppolito (61), poliziotti del quartiere newyorkese di Brooklyn, ritenuti affiliati al clan mafioso dei Lucchese, in particolare del numero due, Anthony “Gaspipe” Casso; i due furono condannati nel 2006, ma la sentenza è stata posticipata di tre anni per una serie di cavilli legali.
Eppolito è stato condannato all’ergastolo, ad altri 100 anni di carcere e a una multa di 4,7 milioni di dollari; Carapacca all’ergastolo più 80 anni e a una multa da 4,2 milioni: secondo il giudice federale Jack Weinstein, non c’è possibilità che escano vivi dal carcere.
La pesantissima condanna è stata comminata per otto omicidi, diversi tentati omicidi, ricatto, traffico di stupefacenti, riciclaggio e passaggio di informazioni al clan Lucchese.
In sostanza, i due poliziotti avrebbero agito come sicari per questa famiglia della mafia di New York: fra le loro tecniche, anche l’uso dei loro distintivi per far accostare le automobili e poi uccidere il guidatore.
Come detto, la sentenza di colpevolezza fu pronunciata nel 2006, ma venne annullata da un giudice, secondo cui erano scaduti i termini di prescrizione, e dichiarata ammissibile nel 2008 da una corte d’Appello.
Soddisfatto il procuratore distrettuale, Benton Campbell, mentre i due condannati continuano a proclamarsi innocenti; Eppolito ha detto al giudice: «Ho sempre lavorato duro. Non ho mai rapito nessuno... Non ho fatto nulla di tutto questo».
'Ndrangheta: Arriva l'Archivio Multimediale Con Sentenze e Storie
Reggio Calabria, 8 mar. - (Adnkronos) - ''Raccontare storie, volti, vicende di mafia e antimafia. E metterli a disposizioni di tutti: perche' troppo poco conosciute sono le notizie di 'ndrangheta, perche' non devono esistere rendite di posizione nella conoscenza''. Questo e' l'obiettivo dell'archivio multimediale che sara' realizzato nell'ambito del progetto ''Stop 'ndrangheta''.
L'idea e' partita dall'associazione Sud, presieduta da Alessio Magro, che domani presentera' il progetto alle 11.30 presso la Biblioteca del Palazzo della Provincia insieme all'assessore alla Difesa della Legalita' della Provincia di Reggio Calabria e a Guido Leone dell'Ufficio scolastico regionale della Calabria.
''Costruiremo un portale internet dove far confluire la documentazione relativa alla 'ndrangheta ma soprattutto all'antindrangheta, a coloro che hanno provato in passato a combattere le cosche. Vogliamo metterle a disposizione di tutti perche' tutti possano recuperare la memoria'' spiega Alessio Magro.
MAFIA: PALERMO RICORDA JOE PETROSINO A 100 ANNI DALLA SUA UCCISIONE
Palermo, 8 mar. - (Adnkronos) - Il 12 marzo del 1909 quattro colpi di rivoltella uccisero a Palermo, in piazza Marina, il detective Joe Petrosino. Giovedì prossimo, a cento anni dalla sua morte, il capoluogo siciliano ricordera' il detective che per primo intui' le relazioni tra la mafia siciliana e quella italo-americana.
"Joe Petrosino - dice all'ADNKRONOS l'assessore alla Cultura del Comune di Palermo, Giampiero Cannella - e' la prima vittima di Cosa nostra tra le forze dell'ordine. Ricordarlo e' un dovere e un modo per rendere omaggio a tutti i servitori dello Stato caduti negli anni per mano mafiosa. La sua figura nel tempo e' diventata leggendaria".
Per ricordare il celebre poliziotto l'Amministrazione comunale ha organizzato alcune manifestazioni, che saranno presentate martedì prossimo, alle 11 a Villa Trabia, proprio dall'assessore Cannella. Alla conferenza stampa interverranno, tra gli altri, anche il rettore dell'Università di Palermo, Roberto Lagalla; il presidente dell'istituto superiore per la Difesa delle tradizioni, Roberto Trapani della Petina; e il console americano a Palermo, Barbara Cucinella.
Mafia, processo "Face off": sei rinvii a giudizio
Il gup del tribunale di Palermo, Lorenzo Matassa, ha rinviato a giudizio i fratelli Luigi, Maurizio e Marcello Panepinto di Bivona, accusati di essersi trasformati da imprenditori vessati da Cosa nostra in estorsori. Giovanni Favata di Alessandria della Rocca, Vincenzo Ferranti e Domenico Parisi di Santo Stefano Quisquina sono invece indagati anche per associazione per delinquere di stampo mafioso. I sei imputati erano stati arrestati nell'ambito dell'operazione antimafia "Face off" della Dda di Palermo lo scorso 15 luglio. Assieme a loro erano finiti in carcere anche Enzo Quaranta e Rosario Pompeo, entrambi di Favara, la cui posizione è stata stralciata dal rito ordinario visto che hanno chiesto ed ottenuto l'abbreviato. Il processo per Quaranta e Pompeo comincerà il 13 maggio, per gli altri, invece, il 6 maggio. Nei procedimenti si sono già costituiti parte civile i sei imprenditori estorti: Ignazio Cutrò, Salvatore Palermo, Salvatore Spataro Cammarata, Francesco e Massimo Leto e Giovanni Bonanno.
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