GELA. Undici ordinanze di custodia cautelare, di cui due ai domiciliari e nove in carcere, sono state eseguite dalla polizia a Gela nei confronti di altrettanti componenti di una organizzazione criminale che trafficava armi e munizioni, disponendo di un vero e proprio arsenale a supporto della malavita locale, infoltita di nuove leve. Sei degli arrestati, infatti, risulterebbero incensurati. Sono tutti accusati di associazione a delinquere, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni, mentre alcuni devono rispondere anche di ricettazione.
L'operazione, denominata “Villaggio Aldisio”, dal nome del quartiere in cui vivono e operano molti degli inquisiti, è scattata nello scorso ottobre quando in casa di uno dei due presunti capi della banda furono sequestrati due fucili (uno con mirino di precisione), una carabina ad aria compressa, cartucce caricate a pallettoni, munizioni per pistole di diverso calibro e persino un giubbotto anti-proiettili di fattura artigianale. Ulteriori indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gela, hanno permesso di identificare tutti i componenti del gruppo che si incontravano davanti a un bar in via Venezia e di scoprire in un podere l'esistenza di un vero e proprio poligono di tiro abusivo, in contrada Burgio, al confine tra Gela e Marina di Butera, ritenuto sito strategico dove il gruppo nascondeva alcune armi e dove si esercitava sparando contro sagome e bersagli di lamiera. Nello scorso aprile, gli agenti del Commissariato di polizia, guidati dal dirigente Gaetano Cravana e dal commissario Giuseppe Pontecorvo, effettuarono sul posto un blitz che permise di sequestrare un fucile a canne mozze, un revolver con silenziatore e numerose cartucce calibro 12. Gli inquirenti hanno inoltre accertato che l'organizzazione malavitosa disponeva un arsenale composto da una pistola calibro 9 parabellum, due di calibro 38, una di calibro 22, una di calibro 40, e una pistola calibro 7,65.
Traffico di armi a Gela, i nomi degli arrestati
GELA. Gli arrestati sono Nunzio Di Noto, 23 anni, il cugino Luigi Di Noto, di 27, Enzo Bruno Manfrè, 24 anni, tutti pregiudicati, ritenuti dagli investigatori i capi dell'organizzazione. Con loro sono finiti in carcere Aristide Tascone, di 26 anni, con precedenti per droga e danneggiamento, e altri cinque presunti complici, incensurati: Nunzio Esposito Ferrara, di 24 anni, Ignazio Brivitello, di 27, Alessio Tallarita, di 28, e Zeus Orazio Sola, di 25 anni. Il gip, Veronica Vaccaro, che ha emesso i provvedimenti restrittivi su richiesta del pm, Antonio D'Antona, ha disposto invece gli arresti domiciliari per Orazio Terlati, di 29 anni, ed Ernesto Rocco Privato, di 21 anni.
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