I soldi della Formazione per viaggi ed escort
In manette Faustino Giacchetto, pubblicitario che avrebbe elargito regali a politici e funzionari per canalizzare quanti più finanziamenti su un ente di formazione, il Ciapi. Indagati anche politici noti come ex assessori e l'ex presidente dell'Ars, Francesco Cascio
PALERMO. Con i 15milioni che il Ciapi, l'ente regionale di formazione in cui lavorava, avrebbe dovuto usare per trovare lavoro a oltre 1500 giovani siciliani, faceva viaggi, comprava orologi di lusso, borse firmate, ma non solo. Tra le somme finite nelle tasche di Faustino Giacchetto, project manager esperto in pubblicità e dominus di un complicato sistema di arricchimento illecito a spese dell'Ue, arrestato insieme ad altre 16 persone, c'erano pure lavatrici e biglietti per concerti e tanti, tanti soldi destinati alla corruzione di politici e funzionari regionali. Un saccheggio di denaro pubblico scoperto dalla Finanza che per due anni ha tenuto sotto controllo il Ciapi, l'ente «bancomat» spremuto da Giacchetto per vantaggi personali e per oliare la macchina amministrativa e politica che ricambiava con finanziamenti e appalti per l'organizzazione dei grandi eventi siciliani.
In manette Faustino Giacchetto, pubblicitario che avrebbe elargito regali a politici e funzionari per canalizzare quanti più finanziamenti su un ente di formazione, il Ciapi. Indagati anche politici noti come ex assessori e l'ex presidente dell'Ars, Francesco Cascio
PALERMO. Con i 15milioni che il Ciapi, l'ente regionale di formazione in cui lavorava, avrebbe dovuto usare per trovare lavoro a oltre 1500 giovani siciliani, faceva viaggi, comprava orologi di lusso, borse firmate, ma non solo. Tra le somme finite nelle tasche di Faustino Giacchetto, project manager esperto in pubblicità e dominus di un complicato sistema di arricchimento illecito a spese dell'Ue, arrestato insieme ad altre 16 persone, c'erano pure lavatrici e biglietti per concerti e tanti, tanti soldi destinati alla corruzione di politici e funzionari regionali. Un saccheggio di denaro pubblico scoperto dalla Finanza che per due anni ha tenuto sotto controllo il Ciapi, l'ente «bancomat» spremuto da Giacchetto per vantaggi personali e per oliare la macchina amministrativa e politica che ricambiava con finanziamenti e appalti per l'organizzazione dei grandi eventi siciliani.
Nell'inchiesta, coordinata dalla Procura di Palermo, sono finiti anche una sfilza di politici ed ex amministratori regionali: per alcuni, come il senatore del Pdl Francesco Scoma e gli ex assessori Gianmaria Sparma e Luigi Gentile l'accusa è di corruzione. Altri - dall'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio ai deputati regionali Salvino Caputo, Gaspare Vitrano, Lino Leanza e Nino Dina - sono indagati per illecito finanziamento ai partiti. Molti oggi si sono presentati davanti ai pm che per tutta la mattina hanno perquisito gli uffici dell'Assembela Regionale. Il «sistema Giacchetto» ha funzionato per anni anche perchè alla Regione nessuno si era accorto di nulla. C'è voluto l'Olaf, l'Ufficio per la lotta antifrode della Commissione europea, chiamato a vigilare sui fondi che l'Ue destina ai progetti di formazione degli Stati membri, per scoperchiare la pentola sulla maxitruffa. Tanti i dubbi sulla regolarità della condotta del Ciapi segnalati dall'ufficio europeo alla Procura che, al momento ha concluso solo una parte dell'indagine, quella relativa al finanziamento di un singolo progetto: il Co.or.ap. In sintesi l'ente avrebbe dovuto, attraverso la creazione di centri di coordinamento, mettere in contatto giovani in cerca di lavoro e imprese a caccia di dipendenti. Attività per cui il Ciapi ha assunto con chiamata diretta 278 persone che, poi, sentite dai pm, hanno candidamente ammesso di non avere mai lavorato al progetto. Dei 1500 giovani da far lavorare con l'apprendistato, solo 18 hanno avuto un contratto. Mentre nessuno dei 600 ragazzi che avrebbero dovuto avere un'assunzione a tempo indeterminato ha trovato un impiego.
In compenso il Ciapi ha spesso milioni. Come? L'ente, presieduto da Francesco Riggio ex candidato Pd all'Ars oggi arrestato, acquistava servizi a peso d'oro da due società riconducibili a Giacchetto, la Sicily Comunication srl e la Media Consulting, i cui titolari si sono poi trasformati nei principali accusatori del manager. Le ditte sovrafatturavano i servizi resi all'ente. Poi, per abbassare l'imponibile e restituire il denaro incassato a Giacchetto a loro volta acquistavano beni e servizi da altre imprese di prestanomi del manager. Che così si ritrovava in tasca milioni di euro. In alcuni casi la Finanza ha scoperto falsi preliminari di vendita di immobili: la Sicily Comunication srl e la Media Consulting fingevano di volere comprare case della famiglia di Giacchetto. Poi l'affare non veniva portato a termine e le ditte perdevano cospicue caparre. Parte dei soldi Giacchetto li spendeva per sè e per i suoi familiari: le due gole profonde che l'hanno accusato hanno dato ai pm la lunga lista degli acquisti del re della truffa. Borse Vuitton, viaggi all'estero, vacanze studio per il figlio, orologi Patek Philippe e Rolex e molto altro. Parte veniva usata per corrompere dirigenti regionali dell'assessorato al Lavoro come Rino Lo Nigro che tra il 2007 e il 2009 ha foraggiato l'ente aumentando i soldi destinati al progetto Co.Or.Ap con motivazioni risibili e vaghe.
Coi soldi avuti da Giacchetto, che oliava la macchina politica senza badare a colore e appartenenza dei beneficiati, i politici facevano viaggi, - come i tre giorni a Capri di Scoma costati 6000 euro - intascavano carte ricaricabili e denaro per le campagne elettorali. Sparma avrebbero battuto cassa per avere i dollari da spendere nel viaggio di nozze. Ad altri Giacchetto avrebbe pagato le escort. Tra i «servizi» fatturati anche le spese per un servizio funebre, un trasloco, il catering per una comunione e un abbonamento sky. E decine di abbonamenti al Palermo calcio in tribuna vip per amministratori e politici. Ingraziandosi le persone giuste Giacchetto sarebbe riuscito anche a pilotare diverse gare pubbliche per l'organizzazione di grandi eventi per 7 milioni di euro. Le imprese beneficiarie delle sovvenzioni venivano decise a tavolino. In particolare la Finanza ha scoperto tre appalti truccati relativi a gare bandite dall'assessorato al Turismo. Anche in questo caso il manager poteva contare su funzionari e dirigenti compiacenti. «Saranno sospesi immediatamente dal lavoro tutti i dipendenti regionali coinvolti nell'indagine», ha assicurato il presidente della Regione Rosario Crocetta.
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