«Altri religiosi nel giro dei ragazzi di vita»
Don Poggi ha consegnato ai carabinieri una chiavetta con foto e documenti
ROMA - E’ tornato davanti ai carabinieri lo scorso 6 giugno, dopo la prima denuncia dell’8 marzo e la successiva integrazione firmata a tre giorni di distanza. Don Patrizio Poggi, il sacerdote, sospeso “a divinis” a causa di una condanna per abusi sessuali su minori, ha riferito di sacerdoti e prelati che avrebbero approfittato di ragazzini pronti a prostituirsi. E ai militari, l’ultima volta, ha consegnato anche una chiavetta con foto e documenti, per dimostrare quanto aveva sostenuto e tentare di documentare il coinvolgimento di religiosi di ogni livello nel giro di ragazzi di vita. Di fatto nulla che possa confermare senza altri accertamenti le sue dichiarazioni: soltanto altri spunti e altri nomi di testimoni per le indagini.
Nel nuovo verbale, l’ex sacerdote, che ha chiesto il reintegro nei ranghi della chiesa, ha fatto anche altri nomi di presunti religiosi pedofili, dopo i nove già consegnati agli inquirenti. Sacerdoti e un altro prelato che, secondo la sua ricostruzione, avrebbero frequentato minorenni.
Intanto il procuratore aggiunto Maria Monteleone, che coordina le inchieste sui reati sessuali, ha già convocato molti di quei ragazzini, alcuni non più minorenni, indicati da Poggi. Ma anche i testimoni che avrebbero dovuto confermare le sue parole. Sono due i filoni dell’indagine: l’ipotesi di sfruttamento della prostituzione, che coinvolge un ex carabiniere, Giuseppe Buonviso, Giancarlo Aleandri e Marcello Righettini, accusati da Poggi di procurare ragazzi ai religiosi. Poi l’aspetto che riguarda il reato di violenza sessuale aggravata. Una vicenda sulla quale la procura continua a mantenere la massima cautela.
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