Il bandito sardo acquistava droga dai calabresi
Nelle carte dell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex ergastolano Graziano Mesina, storico bandito sardo, e altre 25 persone spunta anche la 'ndrangheta. Il fuorilegge sardo, infatti, si era specializzato, tra le altre cose, nel traffico di stupefacenti e tra i suoi fornitori abituali spuntano alcune 'ndrine calabresi attive in Lombardia
AVEVA intrecciato relazioni d'affari anche con la 'ndrangheta attiva in Lombardia nel traffico di stupefacenti, Graziano Mesina, 71 anni tra i più famosi banditi sardi del dopoguerra che è stato arrestato all’alba di oggi dai carabinieri con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. L' arresto di Graziano Mesina è avvenuto questa mattina durante un’operazione dei carabinieri coordinata da militari del reparto operativo del comando provinciale di Nuoro, alla quale partecipano anche militari dell’Arma di Milano, Cagliari, Oristano, Sassari, Reggio Calabria, ed inoltre i Cacciatori di Sardegna e i militari del decimo nucleo elicotteri di Olbia.
In tutto sono state 26 le persone arrestate che secondo i magistrati sardi che stanno coordinando le indagini avrebbero dato luogo a due organizzazioni – di una di queste era leader Graziano Mesina - che trafficavano in stupefacenti e compivano estorsioni. Ma tra le attività del gruppo rientravano anche rapine, furti e sequestri di persona, e non solo droga. Nello specifico sono 21 le persone finite in carcere fra Reggio Calabria, Milano, Cagliari, Sassari, Oristano e Olbia, mentre 5 sono andati agli arresti domiciliari. Per quanto riguarda la ramificazione, otto arrestati sono riconducibili all’organizzazione capeggiata da Mesina, costituita – secondo l’accusa – con base a Orgosolo, il suo paese, contando sulla fedeltà di congiunti e di una fitta rete di parentele. La seconda assozione per delinquere era attiva nel Cagliaritano ed era guidata da da Gigino Milia, 66 anni, di Fluminimaggiore (Sulcis-Iglesiente), amico di lunga data di Mesina: entrambi erano stati condannati per sequestro di persona e ricettazione il 23 giugno 1978 dal tribunale di Camerino. Fino al 2010 i due amici, sfruttando conoscenze e il credito maturato nel tempo fra esponenti della criminalità sarda e della penisola, sono riusciti ad acquistare - sostengono i carabinieri – grosse partite di droga (eroina, cocaina, marijuana) e a rivenderle ad altre organizzazioni e a spacciatori attivi nelle province di Cagliari, Sassari e Nuoro. Negli ultimi anni, invece, Mesina si era organizzato autonomamente, con propri canali di approvvigionamento.
Oltre a Mesina, in carcere sono finiti gli orgolesi Raimondo Crissantu, 43 anni, Salvatore e Franco Devias, rispettivamente di 43 e 41 anni, Giovanni Filindeu, 35 anni, Giovanni Antonio Musina, di 39, e Francesco Sini, di 45, che già era agli arresti domiciliari per un altro reato. Ai sette dell’organizzazione nuorese si aggiunge Francesco Piras, 58 anni, di Norbello (Oristano). Le indagini dirette dalla Dda di Cagliari hanno consentito di accertare che Mesina, fra luglio 2008 e luglio 2009, assieme a Milia aveva gestito un notevole traffico di droga da Milano in Sardegna: nel capoluogo lombardo l’ex ergastolano e l’amico avevano trattato con esponenti di organizzazioni criminali locali, calabresi e albanesi da cui hanno acquistato – secondo gli inquirenti – diverse partite di eroina destinate al mercato sardo. Il custode dello stupefacente, che arrivava tramite corrieri controllati dalle due organizzazioni, era Antonio Mascia, 57 anni, di Villanovafranca (Medio Campidano), finito in carcere a Buoncammino. Il pagamento della droga ai fornitori era affidato all’avvocato cagliaritano Corrado Altea, 62 anni, originario di Arbus, anch’egli trasferito a Buocammino. Il legale, per conto dell’associazione, ha svolto altri incarichi, secondo l’accusa: come avvocato, ha potuto avere colloqui in carcere con Mascia in un periodo in cui era detenuto per scontare un residuo di pena e sapere da lui doveva aveva nascosto la droga custodita per conto dell’associazione.
L'operazione finora ha portato al sequestro di 5,8 chili di stupefacenti, fra eroina, cocaina e marijuana, di 4.000 pasticche di ecstasy, 393 piante di cannabis indica, due pistole, un fucile clandestino con matricola cancellata e 600 grammi di esplosivo. Gli arrestati, appartenenti all’organizzazione cagliaritana, sono: Gigino Milia, 66 anni, amico di Mesina e presunto capo del gruppo, con il quale, però, da qualche anno i rapporti d’affari si erano interrotti a causa dell’arrivo in Sardegna di alcune partite di eroina tagliata male; l’avvocato Corrado Altea, 63 anni, originario di Arbus (Medio Campidano), accusato di pagare la droga e gestire informazioni utili al sodalizio criminale; Antonio Mascia, 57 anni, di Villanovafranca (Medio Campidano), custode dello stupefacente trasportato da una rete di corrieri dalla penisola in Sardegna; i cagliaritani Guido e Daniele Brignone, di 61 e 35 anni, il primo finito in carcere, il secondo ai domiciliari, con l’accusa di aver gestito la distribuzione della droga nel sud Sardegna; Pierpaolo Donadio, 63 anni, di Alghero, finito in carcere e destinatario di una partita di due chili di eroina intercettata dai carabinieri nel 2009; Lino Giovanni Pira, 61 anni, di Dorgali (Nuoro), custode della droga destinata a Donadio; Enrico Fois, 71 anni, cagliaritano di Sant'Elia, agli arresti domiciliari; Efisio Mura, 33 anni, di Cagliari e Luigi Atzori, cagliaritano di 51 anni, considerati componenti di un’organizzazione gestita da Fois per lo spaccio di droga in città e con cui il gruppo di Mesina era entrato in affari; Vittorio Denanni, 47 anni, di Chiaramonti (Sassari), allevatore che non aveva pagato una partita di cocaina a Mesina e che ha rischiato una tremenda rappresaglia nel 2009; Giuseppe Mesina, nipote di Graziano, 22 anni; Aldo Catgiu, 40 anni, di Orgosolo; Franco e Raffaele Pinna, di 41 e 49 anni, di Nurri (Cagliari), dai quali Mesina avrebbe acquistato marijuana fra il dicembre e il gennaio scorso; Alessandro Farina, 30 anni, di Olbia, acquirente della marijuana che il boss aveva comprato a Nurri; Luca Buluggu, 31 anni, e Giovanni Sanna, 37 anni, di Ozieri, presunti intermediari in Sardegna di un sodalizio internazionale costituito da spagnoli, campani e calabresi attivi in Lombardia nel traffico di cocaina.
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