BARI – Sette condanne, comprese tra un anno e quattro mesi di reclusione e due anni e sei mesi, e un’assoluzione sono state chieste dalla Procura di Bari nei confronti di otto imputati nel processo-stralcio con rito abbreviato sulla presunta 'cupolà che sarebbe stata capeggiata dall’ex senatore Alberto Tedesco, e che tra il 2005 e il 2009 avrebbe gestito la sanità in Puglia. Tra le richieste di condanna, quella ad un anno e quattro mesi di reclusione per il parlamentare del Pd Antonio Decaro, accusato di un tentativo di abuso d’ufficio per la presunta sponsorizzazione, presso l'allora assessore Tedesco, di un proprio parente impegnato in un concorso indetto dall’Arpa.
Gli altri sette imputati a processo davanti al gup del Tribunale di Bari Marco Galesi sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere (reato contestato ai tre ex funzionari delle Asl di Bari e Lecce, Felice De Pietro e Vincenzo Valente, e dell’Irccs 'Saverio De Bellis' di Castellana Grotte, Tommaso Antonio Stallone), abuso d’ufficio e falso. Per i tre funzionari il procuratore aggiunto Lino Giorgo Bruno ha chiesto condanne a due anni e sei mesi per Stallone e due anni e quattro mesi per De Pietro e Valente. Queste imputazioni sono legate a nomine di dirigenti pubblici e ad un presunto bando truccato per la fornitura di attrezzatura sanitaria all’Oncologico di Bari.
La condanna ad un anno e nove mesi di reclusione è inoltre stata chiesta per il dipendente della Asl di Bari Gabriele D’Addato, un anno e otto mesi per Giuseppe Liantonio, dirigente dell’Irccs De Bellis e per l’imprenditore Domenico Marzocca. Infine la Procura ha chiesto l’assoluzione per il funzionario della Asl di Bari Giuseppe Borraccino.
La Asl di Bari, parte civile nel procedimento, ha chiesto il risarcimento danni con provvisionale di 20 mila euro. Il processo è stato aggiornato all’udienza del 10 luglio prossimo.
"Ribadisco che sono completamente estraneo ai fatti che mi sono contestati nel filone di inchiesta che mi ha coinvolto e sono convinto che la mia innocenza verrà presto riconosciuta" ha commentato Decaro, spiegando che "è sempre stata mia intenzione aiutare e accelerare, per quanto possibile, il lavoro delle indagini per accertare al più presto la verità.
Presto - ha aggiunto – dimostrerò la mia estraneità rispetto alla vicenda giudiziaria che mi vede coinvolto per una presunta tentata raccomandazione".
"Infine – ha concluso Decaro – mi preme sottolineare che la mia imputazione non riguarda neppure marginalmente le vicende oggetto delle inchieste sulla gestione della sanità in Puglia a cui spesso, erroneamente, viene associata".
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