PALERMO. Continua l'azione congiunta del Dipartimento per la lotta alla criminalità economica della Procura di Palermo e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza contro gli evasori, attraverso lo strumento del sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla successiva confisca dei beni. Dal dicembre scorso sono state disposte ed eseguite complessivamente ben 14 misure cautelative per un valore di oltre 20 milioni di euro. Solo negli ultimi giorni sono finite nel mirino dei finanzieri due ditte individuali e tre società a responsabilità limitata, con sede a Palermo.
Nel primo caso il provvedimento ha riguardato una società operante nel settore della grafica pubblicitaria che si era "dimenticata" di segnalare al fisco gli oltre 5 milioni di euro di ricavi fatturati nel periodo 2005 - 2010. E' stato così sequestrato l'intero complesso dei beni aziendali della società, che nel frattempo era stata resa inoperativa, tra cui un furgone, diversi arredi, tre computer, un carrello elevatore ed altre attrezzature tecniche; all'amministratore, un palermitano di 62 anni, sono stati sequestrati una porzione di un immobile, tre autovetture ed un motociclo. Sempre nel campo della grafica pubblicitaria operavano anche le due ditte individuali i cui titolari, marito e moglie, pur avendo fornito le proprie prestazioni a note agenzie pubblicitarie ed a numerose imprese palermitane, sono risultati anch'essi evasori totali dal 2005 al 2010. E' stato accertato che i due si erano anche prestati ad emettere fatture gonfiate o relative a prestazioni totalmente inesistenti a favore dei clienti che avevano bisogno di far lievitare artificiosamente i costi di esercizio; circa 3 milioni di euro i ricavi non dichiarati al fisco. Nei loro confronti sono stati quindi sequestrati due appartamenti, tre garage, un furgone e tre motocicli, oltre a disponibilità finanziarie per circa 17 mila euro.
Altri due provvedimenti di sequestro hanno infine interessato un'altra coppia di imprenditori. La moglie, legale rappresentante di una società per la gestione del proprio patrimonio immobiliare, ed il marito, vero amministratore della società e di un'altra avente quale oggetto sociale lavori di costruzione e impiantistica. La prima aveva evaso le imposte omettendo la contabilizzazione di un'ingente plusvalenza (1,7 milioni di euro) derivante dalla vendita di terreni edificabili ed applicando illecitamente alla compravendita un'aliquota Iva ridotta; l'altra contabilizzando un acquisto fittizio di un altro terreno per un imponibile di 500 mila euro più Iva. Ai due coniugi sono stati sequestrati due appartamenti e due studi a Palermo, un fabbricato a Carini, numerosi appezzamenti di terreno e porzioni di immobili, un'autovettura, disponibilità finanziarie per oltre 20 mila euro e un piccolo 'tesoro' in gioielli trovato in una cassetta di sicurezza. Tutti i beni sono stati messi a disposizione del custode giudiziario che provvederà ad una stima analitica per poi eventualmente restituire agli interessati la parte eccedente il profitto del reato quantificato, comunque, in oltre 1 milione di euro.
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