
In relazione a questo, secondo quanto si è appreso, i carabinieri stanno ancora cercando un oggetto che potrebbe essere servito alla violenza o alla pratica sessuale estrema. Sempre stando a quanto si è appreso non ci sarebbe stato un rapporto sessuale tradizionale.
I sospetti si concentrano su quattro giovani: tre militari, due campani e un aquilano, di stanza al 33/o reggimento artiglieria, e una giovane. Gli atti del caso sono secretati e gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Dei quattro, il maggiore indiziato è un giovane militare della provincia di Avellino trovato con le camicia sporca di sangue che ha prima negato e poi ammesso un rapporto consenziente. I quattro sono stati bloccati dal gestore del locale e da due buttafuori nella notte tra sabato e domenica mentre in macchina stavano andando via con la giovane studentessa laziale che a pochi metri veniva soccorsa e trasportata dentro il locale.
I quattro sono stati sentiti a lungo nella giornata di domenica, poi, lasciati andare. I tre militari sono regolarmente in caserma. Non ci sono finora e non sono stati comunicati agli interessati e all'Esercito provvedimenti a carico dei militari.
Gli inquirenti non avrebbero agito anche perché non c'è stata nessuna denuncia da parte della giovane che in ospedale, in stato di choc, domenica era stata operata per suturare le gravi ferite e che non ricorda nulla. L'inchiesta della procura ha avuto impulso con la denuncia presentata dalla madre della vittima contro la violenza subita dalla figlia.
Gli indagati sono i giovani sui quali si sono concentrati i sospetti fin da subito. Le indagini vanno avanti con riserbo, gli atti sono ancora secretati, non sono esclusi altri sviluppi, soprattutto con l'arrivo dei primi risultati degli esami tecnico scientifici del Ris di Roma. Dei 4 giovani, tre, due campani e un aquilano, sono militari del 33esimo reggimento artiglieria Acqui; la quarta è una giovane, forse fidanzata dell'aquilano. La posizione più delicata è quella del militare originario dell'avellinese.
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