Gli imputati sono 227
Duecentoventisette imputati, uno dei quali Savino D’Argenio, nel frattempo è deceduto. Il processo bis per la realizzazione del villaggio turistico e alberghiero Acque Chiare è ripreso nel pomeriggio di ieri dinanzi al giudice monocratico Francesco Cacucci, subentrato a Stefania De Angelis, incompatibile perché aveva preso parte ad alcuni atti nel corso dell’inchiesta. Sul banco degli imputati non solo Vincenzo Romanazzi e Bruno Cafaro, il primo costruttore del villaggio e rappresentante legale della Acque Chiare Srl, l’altro notaio, condannati martedì a un anno e sei mesi ciascuno di arresto per la realizzazione del complesso del quale il giudice monocratico Francesco Aliffi, con la stessa sentenza, ne ha ordinato la confisca. Ma anche tutti i proprietari delle ville, vale a dire 225 persone (una delle quali però, come si diceva, è deceduta) che hanno pagato la villa al mare e rischiano di perderla, perché se la Corte di Appello e la Cassazione dovrebbero confermare il primo grado, l’intero complesso passerà nella propriatà del Comune di Brindisi. Lo stesso Comune che in questo processo bis si è costituito parte civile, affidando l’incarico all’av vo c at o di Lecce Viola Messa.
Romanazzi e Cafaro sono accusati di avere truffato i proprietari vendendo loro le villette che dovevano essere destinate a turismo non residenziale; i proprietari sono accusati di concorso con Romanazzi di avere realizzato una lottizzazione abusiva sui terreni in località Case bianche. Nell’udienza di ieri molti degli imputati non si sono presentati. In particolare si è notata l’assenza di Romanazzi. Probabilmente ha preferito disertare l’aula per evitare un incontro con i proprietari che martedì erano letteralmente inferociti nei confronti di chi ritengono il responsabile principale dei loro problemi. In aula c’era invece il notaio Cafaro che ha seguito tutte le battute di questa udienza che è stata rinviata perché vi erano alcuni difetti di notifica, prevedibili quando ci sono tanti imputati da citare, alcuni dei quali, come il generale in pensione, che attualmente insegna strategia militare, Johannes Van Der Ben di Amsterdam, residente in Germania, così come la moglie Willemina Elske Mejer.
Il processo si è aperto con il rifiuto da parte dei difensori e dei loro assistiti di farsi riprendere dalle telecamere e dai fotografi ammessi in aula. Il pubblico ministero Antonio Costantini, alla richiesta del giudice Cacucci, ha dato l’ assenso alle riprese ed ha sottolineato l’incoerenza dei difensori che «dicono di si alle riprese solo quando fa comodo». Subito dopo la costituzione delle parti, che ha assorbito poco più di un’ora, sono stati affrontati i difetti di notifica e altre eccezioni. Il processo è stato aggiornato.
PIERO ARGENTIERO
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