Blitz antimafia dei carabinieri. Taglieggiata per anni una pasticceria palermitana alla quale veniva imposto l'acquisto dei biglietti, al prezzo di 90 euro a blocchetto. Gli estortori chiedevano anche denaro per le famiglie dei carcerati
PALERMO. I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno arrestato cinque persone accusate di estorsione aggravata dall'avere agevolato la mafia. L'inchiesta che ha portato alle misure cautelati, emesse dal gip Nicola Aiello, è la prosecuzione di una indagine della dda coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio de Francisci e dai pm Caterina Malagoli e Francesco Grassi, nata nel corso della ricerca del boss Gianni Nicchi.
L'indagine, che consentì di ricostruire l'organigramma del clan dei Pagliarelli, oggi ha portato all'individuazione del gruppo di estortori che ha taglieggiato per anni una pasticceria palermitana. A partire dal 2007, infatti, i proprietari dell'attivita" commerciale sono stati costantemente sottoposti alla pressione del racket e costretti a versare, oltre a rate fisse a Natale e Pasqua, denaro per le famiglie dei carcerati e a fornire ai boss prodotti della pasticceria anche per 750 euro.
Dall'inchiesta, inoltre, è emerso un nuovo "metodo" di taglieggiamento: ai commercianti ogni settimana viene imposto l'acquisto di tagliandi della lotteria al prezzo di novanta euro a blocchetto. In questo modo la cosca nasconde l'imposizione del pizzo dietro un'attività clandestina ma comunque molto popolare nelle borgate palermitane; inoltre l'assoggettamento indistinto di tutti i commercianti consente alle famiglie di incassare 9000 euro a settimana che si aggiungono alle "ordinarie" estorsioni.
L'esiguità della somma da versare garantisce una generale omertà delle vittime che preferiscono pagare un pizzo modesto piuttosto che denunciare. Alcuni commercianti, comunque, hanno collaborato con gli inquirenti.
Gli arrestati sono Domenico Marchese, 44 anni, Davide Schillaci, 42 anni, Antonino Bertolino, 56 anni, Carmelo Bongiorno, 32 anni e Giovanni Adamo, 40 anni.
L'indagine, che consentì di ricostruire l'organigramma del clan dei Pagliarelli, oggi ha portato all'individuazione del gruppo di estortori che ha taglieggiato per anni una pasticceria palermitana. A partire dal 2007, infatti, i proprietari dell'attivita" commerciale sono stati costantemente sottoposti alla pressione del racket e costretti a versare, oltre a rate fisse a Natale e Pasqua, denaro per le famiglie dei carcerati e a fornire ai boss prodotti della pasticceria anche per 750 euro.
Dall'inchiesta, inoltre, è emerso un nuovo "metodo" di taglieggiamento: ai commercianti ogni settimana viene imposto l'acquisto di tagliandi della lotteria al prezzo di novanta euro a blocchetto. In questo modo la cosca nasconde l'imposizione del pizzo dietro un'attività clandestina ma comunque molto popolare nelle borgate palermitane; inoltre l'assoggettamento indistinto di tutti i commercianti consente alle famiglie di incassare 9000 euro a settimana che si aggiungono alle "ordinarie" estorsioni.
L'esiguità della somma da versare garantisce una generale omertà delle vittime che preferiscono pagare un pizzo modesto piuttosto che denunciare. Alcuni commercianti, comunque, hanno collaborato con gli inquirenti.
Gli arrestati sono Domenico Marchese, 44 anni, Davide Schillaci, 42 anni, Antonino Bertolino, 56 anni, Carmelo Bongiorno, 32 anni e Giovanni Adamo, 40 anni.
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