POTENZA - Il sopralluogo, una settimana prima, poi il «colpo da professionisti» usando la fiamma ossidrica e «sfruttando» la strana assenza degli ormai sofisticatissimi sistemi d'allarme: in totale sono stati rubati oltre 500 mila euro dai bancomat di agenzie del Monte dei Paschi di Siena sparse per l'Italia.
Con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata ai furti, oggi la Polizia ha arrestato dieci uomini napoletani (cinque sono in carcere e altri cinque ai domiciliari). La «banda dei bancomat» - con a capo Alessandro Dura, detto «'o ragioniere» perché distribuiva soldi alle famiglie di chi si trova momentaneamente detenuto - ha compiuto almeno 13 furti, tra il 2010 e il 2011, in Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna. Ma sono almeno un'altra quarantina i casi su cui la Polizia sta cercando di fare luce.
Per tutti, comunque, il comune denominatore è il gruppo preso di mira dai ladri: il Monte dei Paschi di Siena. Ai giornalisti i poliziotti potentini hanno più volte risposto che non vi sono indagati tra il personale del Monte dei Paschi, ma è chiaro che nelle prossime settimane le indagini proseguiranno per accertare le responsabilità di eventuali basisti. Certo è che la banda conosceva alla perfezione luoghi, sistemi d'allarme e telecamere (per la verità, poche, secondo chi ha fatto le indagini) all'interno e all'esterno delle agenzie.
E così in sei, a volte anche otto, agivano, con telefoni spenti e parlandosi solo attraverso radioline. Con la fiamma ossidrica («Backfire», segno di fuoco, è il nome scelto per l'operazione) aprivano il bancomat e portavano via i soldi, lasciando poche tracce, ma sempre con gli stessi arnesi e lo stesso «modus operandi».
Sono stati furti "seriali" per il gip di Potenza, Tiziana Petrocelli, che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare su richiesta del pm Eliana Franco. Proprio la luce della fiamma ossidrica la sera del 17 luglio 2010, nel centrale corso XVIII Agosto, è stata ripresa da alcune telecamere nella zona (e non - è stato ribadito - della banca) dell'agenzia di Potenza del gruppo bancario senese.
Da lì sono partite le indagini, durante le quali, la Polizia ha scoperto anche il codice «calcistico» utilizzato dai componenti della banda e dai loro famigliari. «La partita si gioca stasera» oppure «la partita è stata rinviata», «non c'è, è andato a giocare». La partita, almeno per ora, è finita.
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