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venerdì 24 febbraio 2012
Fratellini di Gravina La madre: «Riesumate i corpi di Ciccio e Tore»
BARI - Quattro anni dopo il ritrovamento dei cadaveri di Ciccio e Tore nella vecchia palazzina di via Consolazione, il caso si riapre. Per accertare la verità. Per capire se fra i coetanei di Francesco e Salvatore Pappalardi si strinse, più o mano tacitamente, più o meno consapevolmente, quel patto di omertà denunciato da Rosa Carlucci, 47 anni, mamma dei «fratellini di Gravina». Oggi la Carlucci sembra determinata più che mai a sapere la verità. Non le si può dare torto: è una madre che ha sofferto enormemente per la perdita di due figli. Al punto che non esclude di chiedere la riesumazione delle salme di Francesco e Salvatore, oggi tumulate nella cappella fatta erigere dal padre, Salvatore Pappalardi: «Mi interessa raggiungere il mio obiettivo - rimarca Rosa - e se sarà necessario chiederò la riesumazione dei corpi. Ci sono verità nascoste in un maledetto fascicolo che nessuno ha mai preso in considerazione - prosegue la donna -. Le modalità con cui sono stati trovati i miei figli presentano delle anomalie ed è giusto che mi vengano date spiegazioni». Il legale della Carlucci, Domenico Ciocia, però frena: «Non ho ancora formalizzato la richiesta di riesumazione. È nostra intenzione ripercorrere tutto l’iter, a 360 gradi, senza lasciare nulla d’intentato. E se ci sono dei dubbi li rappresenteremo al magistrato. Quando furono trovati i cadaveri dei bambini e Filippo Pappalardi (inizialmente arrestato per duplice omicidio volontario, ndr) fu completamente scagionato, nessuno indagò in altre direzioni». La Procura ha deciso di riaprire il fascicolo proprio su richiesta della Carlucci.
Prova di coraggio? - Gli elementi forniti al pm dal legale della madre ruotano attorno all’ipotesi che i fratelli di 13 e 11 anni fossero caduti nella cisterna durante una «prova di coraggio» cui erano stati sottoposti da 5 ragazzi poco più grandi. Proprio i 5 «amichetti» (forse non solo loro) saranno ascoltati dal pm minorile. I loro nomi non sarebbero nuovi.
C’è chi sa e non parla - Che oggi qualche 20enne di Gravina conviva da quasi 6 anni con un segreto terribile è sì una convinzione della mamma, ma è un’ipotesi che anche la Procura considera possibile. Al punto da avere trasmesso le carte al pm minorile. La stessa Procura ordinaria compirà suoi approfondimenti, ascoltando persone che già allora erano maggiorenni: forse i genitori di alcuni amichetti.
La casa delle cento stanze - Dalle indagini risulta che la palazzina abbandonata di via Consolazione (vicino al Comune) era frequentata da gruppi di ragazzi fin dal 2000. Alcuni giovanissimi del quartiere consideravano il solo penetrarvi, scavalcando un muretto, una specie di prova del fuoco. Molti dei ragazzini sentiti all’epoca dalla Polizia, però, secondo la Carlucci, glissarono sulla loro frequentazione della casa oppure la collocarono in epoche lontane da giugno 2006. E poi c’erano le testimonianze di 3 amichetti. Dichiararono di avere giocato con Ciccio e Tore in piazza Quattro Fontane, quella sera, e di averli poi persi di vista. Uno dei tre, attardatosi, disse anzi di avere visto Ciccio e Tore nell’auto del padre Filippo. Una versione posta a base dell’arresto, oggi ritenuta inattendibile anche da Rosa Carlucci.
Carlo Stragapede
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