LEVERANO - Un insospettabile gancio per far cadere nella sua rete truffaldina decine di persone in difficoltà. A.M., 46 anni, il “santone” di Leverano che avrebbe gabbato uomini e donne di ogni età e ceto sociale, nel Salento come nel barese e perfino a Brescia, si è servito di uno “specchietto per le allodole” scelto ad hoc per acquistare credito e carpire la fiducia delle sue vittime.
Il nome di quell’individuo comparve infatti nel 2007 sul sito Internet di una chiesa situata all’ingresso di Lecce, allora interessata da lavori di ampliamento resi possibili anche grazie alle offerte caritatevoli di molti fedeli.
La chiesa di Cristo Re Centro della Divina Misericordia, sulla via per Villa Convento, ora completata, annoverava tra i più assidui frequentatori proprio A.M., furbo abbastanza da guadagnarsi la nomina a “responsabile organizzatore dei pellegrinaggi del Centro”. Nome, cognome, indirizzo e numero di cellulare dell’uomo, come affidabile referente, campeggiano su quella pagina web dove si legge: “Da qualche tempo vengono effettuati pellegrinaggi provenienti da tutta la Puglia nel nostro Centro. Ci stiamo organizzando per l’accoglienza dei pellegrini. Le possibilità logistiche, anche se limitate, offrono spazi per consumare il pasto a sacco e per svolgere attività ricreative nell’attiguo campo sportivo.Elenco dei pellegrinaggi nel corrente anno 2007 Parrocchia S.Nicola (Ba), Convento Cappuccini Modugno (Ba), Parrocchia S.Borromeo (Ba), Chiesa Sacro Cuore Palese Macchie (Ba), Concattedrale di Taranto. Per informazioni rivolgersi al responsabile…”.
Il tutto avveniva nella totale buona fede non solo dei fedeli ma anche dei sacerdoti, convinti di aver trovato braccia volenterose in più per una gara di solidarietà e un lavoro di squadra.
Quel documento in Rete si è rivelato importante per i carabinieri di Guagnano che hanno avviato e seguono l’indagine sul caso, poiché la rete delle bugie tessute ad arte per anni dal bidello di Leverano è partita proprio da lì.
Al momento bocche cucite dalla sagrestia della chiesa che il truffatore frequentava, né vi sono denunce sporte dal presule responsabile.
Se il santone può confidare nel perdono che la religione cattolica riserva a tutti, peccatori e non, è certo che i militari diretti dal maresciallo Matteo De Luca gli sono alle calcagna e sono davvero poco propensi a perdonarlo. Da quell’annuncio sul web alla carriera da imbroglione, infatti, per lui il passo è stato breve. D’altro canto A.M. già vantava un discreto passato di conoscenza delle forze dell’ordine, per uso di sostanze stupefacenti. Dopo il primo matrimonio, una lunga convivenza con una donna di Porto Cesareo che l’aveva reso padre. Proprio dalle liti in famiglia i primi scricchiolii, con la richiesta d’aiuto della donna alle forze dell’ordine poiché, a suo dire, il compagno era solito visionare filmati dal contenuto osè davanti alle figlie.
E se non si poteva dire che quell’uomo fosse un santo, come “santone” invece è riuscito ad acquisire maggiore credibilità, puntando sulla debolezza delle sue vittime, gente contattata tramite quell’annuncio e indebolita da drammi familiari, economici e di salute soprattutto, tanto da credere nel sedicente “Unto del Signore”. Incontri di preghiera, cenacoli anche con 80-100 adepti nei pressi di santuari e luoghi di culto, cerimonie a metà tra il sacro e il profano, quasi riti esoterici da setta, in cui la gente sveniva e stava male, predizioni di sventure e possessioni demoniache. Il tutto per stupire e creare dipendenza psicologica.
Ma non solo. Quell’uomo, infatti, avrebbe anche intessuto relazioni pseudo-sentimentali con diverse donne cadute nella sua rete, da ultima una signora residente nel barese, madre di un’adolescente molto malata, che per lui ha lasciato il marito. E di beni materiali, denaro, immobili e quant’altro, si sono spogliate le persone cadute nel raggiro architettato da un personaggio al momento denunciato a piede libero.
Nessun commento:
Posta un commento