venerdì 4 ottobre 2013

Ergastolo a Lisandra, la donna che uccise gli anziani di Lignano

Furono massacrati nella loro villetta, la ragazza non era presente in aula. Il fratello Reiver fuggito all’Avana deve scontare vent’anni di carcere
Colpevole del duplice omicidio dei coniugi lignanesi Paolo Burgato e Rosetta Sostero, massacrati a coltellate nella loro villetta di Lignano Sabbiadoro. Così il Gup del tribunale di Udine Roberto Venditti ha giudicato Lisandra Aguila Rico, condannandola all’ergastolo.

La pena è quella finale a cui il giudice è arrivato partendo dalla pena base dell’ergastolo con isolamento diurno, applicabile in caso di sussistenza dell’aggravante delle sevizie, una di quelle contestate dalla Procura all’indagata, con lo «sconto» per il rito abbreviato chiesto dall’imputata che toglie l’isolamento diurno.
Un delitto che la giovane aveva concepito assieme al fratello Reiver per rapinare il denaro nella villetta dei coniugi, conosciuti di vista: il loro negozio di oggetti per la casa confinava con la gelateria dove lavorava la mamma dei due cubani.

Lisandra, dichiarata in stato di interdizione legale e interdetta in perpetuo dai pubblici uffici, è stata condannata anche al risarcimento dei danni non patrimoniali patiti dalle parti civili, liquidati in 560 mila euro a favore del figlio delle vittime, Michele Burgato, e in 75 mila euro ciascuno in favore di Vinicio e Bruno Sostero, i due fratelli di Rosetta.

La giovane cubana, 22 anni, detenuta nel carcere del Coroneo di Trieste, non ha ascoltato la lettura del dispositivo. Dopo aver sentito alla scorsa udienza il pm chiedere per lei la condanna all’ergastolo, ha preferito non essere in aula. Ad ascoltare la pronuncia c’era invece il Procuratore capo di Udine Antonio Biancardi che, elogiando il lavoro svolto dal suo sostituto Claudia Danelon, ha subito parlato di sentenza «giusta», anticipando le reazioni stesse dei parenti delle vittime, il figlio Michele e i fratelli di Rosetta. «Così doveva essere - ha dichiarato a caldo - per quello che è stato fatto, per la crudeltà e la gravità dei fatti, non poteva essere concessa nessuna attenuante. Devono essere punite. Auspichiamo che vengano confermate in appello. Dispiace solo che altrettanto non sia stato comminato al fratello Reiver».

Secondo le notizie ufficiose arrivate da Cuba quasi un mese fa, non ancora confermate ufficialmente, il ragazzo è stato condannato in patria per lo stesso duplice omicidio a 20 anni di reclusione. I familiari delle vittime auspicano comunque che si arrivi a celebrare un processo in Italia anche a cario di Reiver Laborde Rico. Lo ha dichiarato espressamente anche l’avvocato Stefano Trabalza, legale di Michele, per cui la sentenza di oggi «liberatoria», ha consentito al figlio delle vittime di «tirare un primo sospiro di sollievo in un anno durissimo». 

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