venerdì 20 settembre 2013

Fotovoltaico, 12 arresti a Brindisi

Sequestrati 27 impianti e patrimoni


BRINDISI – Militari della guardia di finanza, dei carabinieri del Noe e del corpo forestale dello Stato stanno eseguendo in diverse regioni d’Italia arresti e sequestri per presunti abusi nella realizzazione di 120 ettari di parchi fotovoltaici nella provincia di Brindisi. Gli indagati avrebbero percepito illecitamente contributi pubblici per diversi milioni di euro. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura.

Sono dieci persone colpite da ordinanze di custodia cautelare, delle quali due agli arresti domiciliari, mentre uno è  ricercato. In tutto sarebbero 24 le persone indagate, quattro donne e cinque cittadini spagnoli. Ipotesi di reato principali, associazione per delinquere, per aver realizzato nel territorio della provincia di Brindisi 27 parchi fotovoltaici per una potenza complessiva di 37 megawatt installati, e per una estensione di aree occupate pari a 120 ettari (per un valore di 150 milioni di euro).

Bloccato affare da 300 milioni
BRINDISI – Hanno fruttato 7 milioni di euro e il titolo a beneficiare di altri 300 milioni di euro in incentivi statali i 27 parchi fotovoltaici sottoposti a sequestro e disconnessi nell’ambito di una maxi operazione della guardia di finanza, del nucleo operativo ecologico dei carabinieri e del corpo forestale. Stamane sono state eseguite 11 delle 12 ordinanze di custodia cautelare (dieci in carcere e 2 ai domiciliari) chieste dal procuratore aggiunto di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi e disposte dal gip Paola Liaci.

Complessivamente sono 24 le persone sottoposte a indagine. Il settore è quello delle energie alternative nel quale, in un complesso sistema piramidale di società, è risultato che vi era stata la realizzazione con metodi illeciti di 27 parchi fotovoltaici a Brindisi, Tuturano (nel sito di interesse nazionale perchè area inquinata), Francavilla Fontana e Cellino San Marco, tutti comuni del Brindisino, per una estensione totale di 120 ettari. La gran parte di essi è stata realizzata con un illecito frazionamento, metodo consolidato che consente di aggirare la normativa regionale che concedeva la possibilità di impiantare i pannelli in caso di progetti inferiori al megawatt di potenza con la sola dichiarazione di inizio lavori e quindi senza l’autorizzazione unica regionale. Sono contestate numerose ipotesi di falso, oltre ai reati urbanistici come la lottizzazione abusiva, e l’illecita percezione (in alcuni casi portata a termine, in altri solo tentata) di contributi pubblici.

Sono 8 le società coinvolte che hanno subito sequestri preventivi e per equivalente: una di esse ha sede in Lussemburgo, un'altra nelle Isole Vergini. Gli arresti sono stati eseguiti a Brindisi, Roma e Messina. Sequestri anche a Milano.

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