L'accusa è di truffa
FOGGIA – “Avevamo già preannunciato che le indagini sarebbero continuate, il filone relativo alla sanità purtroppo non si esaurisce mai. E’ una vicenda questa ancora più sconcertante delle altre analoghe”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Foggia, Vincenzo Russo, commentando l’operazione del Nas conclusasi con l’arresto di dieci persone per la presunta truffa da un milione e mezzo di euro al Servizio sanitario nazionale nell’ambito delle apparecchiature biomedicali. Sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta e falso e riciclaggio.
Le indagini, partite nell’agosto del 2007 fino al marzo del 2011, hanno riguardato l’acquisto e la fornitura di dispositivi medici destinati agli ospedali di Manfredonia, Lucera, San Severo e Cerignola. Le gare di appalto riguardano la fornitura a prezzi 'fuori mercatò di dispositivi 'taglia aghì (Ailuig 500) e del relativo materiale di consumo, nonchè di sistemi informatici di telemedicina (T-Med) destinati ai reparti di cardiologia che, sebbene regolarmente forniti, ma non richiesti da nessuno, non erano, a distanza di anni, mai entrati in funzione.
La fornitura di tali dispositivi è stata fatta da tre imprenditori che si sono aggiudicati l’appalto corrompendo funzionari amministrativi della Asl di Foggia che hanno falsificato atti e manipolato delibere e determine.
Ogni singolo dispositivo taglia aghi, in particolare, veniva acquistato al prezzo di 3.240 euro mentre il costo commerciale era di 240 euro; il relativo materiale di consumo veniva acquistato al prezzo di 463 euro a scatola, 250 volte superiore al reale costo commerciale di 1,92 euro. I T-Med sono costati 208 mila euro, sette volte superiore al reale costo commerciale di 30 mila
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