roma
Domani potrebbe essere il giorno delle grandi rivelazioni. Potrebbe. Almeno secondo gli avvocati dell’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, da due giorni detenuto nel carcere romano di Rebibbia. «Luigi Lusi, scaricato da tutti perchè considerato l’unico capro espiatorio, racconterà tutto quello che sa, tanto non ha più accordi da mantenere», ha detto oggi l’avvocato Luca Petrucci, a 24 ore dall’interrogatorio di garanzia del suo assistito che si terrà domani nel carcere di Rebibbia.
«Gli atti processuali a suo carico - ha aggiunto il penalista - sono ormai arcinoti, sta a lui decidere quanto intende stare in carcere. Ma molto dipende anche da quanto la procura ha voglia di starlo ad ascoltare. Lusi può dire a chi ha dato i soldi non che uso sia stato fatto di quelle somme». «Non ha ovviamente tutte le prove -aggiunge Petrucci- lui può raccontare quello che sa, ma il resto lo deve accertare la magistratura se ne ha voglia. Altrimenti, è meglio che Lusi se ne stia zitto». E il senatore oggi, nel suo secondo giorno di detenzione, è rimasto assorto nelle sue carte. Nessuna visita. Una giornata tutto sommato tranquilla. Trascorsa, forse, passando in rassegna «la sua verita». Una verità che potrebbe consegnare, quindi, al pm Stefano Pesci e al gip Simonetta D’Alessandro. «Un’accurata e dettagliata, nonch‚ definitiva, versione della vicenda finanziaria del partito dicendo tutto ciò che sa e suffragando i fatti che riferirà con prove e carte», diceva ieri una fonte vicina al senatore.
E il leader dell’Api Francesco Rutelli non raccoglie, la velata minaccia di Lusi di rivelare ancora molto ai pm. Rispondendo ad una domanda a Napoli Rutelli ha detto semplicemente: «Credo che la giustizia debba fare il suo corso». Mentre da piazzale Clodio si fa notare che finora Lusi si è limitato a fare delle illazioni sull’uso di soldi da parte di altri soggetti senza fornire alcun riscontro. «Gli accertamenti finora compiuti - viene sottolineato nella città giudiziaria - sulla tracciabilità del denaro uscito in maniera illecita dalle casse della Margherita conduce, per il momento, solo a Lusi». In un'intervista a La Stampa Marco Follini ha dichiarato che il caso Lusi «non può essere un alibi per l’assoluzione dei partiti. Abbiamo preso una decisione giusta ma, di per sè, non salvifica». Il presidente della giunta per le immunità ha definito «pilatesca» la scelta del non voto da parte del Pdl.
«Gli atti processuali a suo carico - ha aggiunto il penalista - sono ormai arcinoti, sta a lui decidere quanto intende stare in carcere. Ma molto dipende anche da quanto la procura ha voglia di starlo ad ascoltare. Lusi può dire a chi ha dato i soldi non che uso sia stato fatto di quelle somme». «Non ha ovviamente tutte le prove -aggiunge Petrucci- lui può raccontare quello che sa, ma il resto lo deve accertare la magistratura se ne ha voglia. Altrimenti, è meglio che Lusi se ne stia zitto». E il senatore oggi, nel suo secondo giorno di detenzione, è rimasto assorto nelle sue carte. Nessuna visita. Una giornata tutto sommato tranquilla. Trascorsa, forse, passando in rassegna «la sua verita». Una verità che potrebbe consegnare, quindi, al pm Stefano Pesci e al gip Simonetta D’Alessandro. «Un’accurata e dettagliata, nonch‚ definitiva, versione della vicenda finanziaria del partito dicendo tutto ciò che sa e suffragando i fatti che riferirà con prove e carte», diceva ieri una fonte vicina al senatore.
E il leader dell’Api Francesco Rutelli non raccoglie, la velata minaccia di Lusi di rivelare ancora molto ai pm. Rispondendo ad una domanda a Napoli Rutelli ha detto semplicemente: «Credo che la giustizia debba fare il suo corso». Mentre da piazzale Clodio si fa notare che finora Lusi si è limitato a fare delle illazioni sull’uso di soldi da parte di altri soggetti senza fornire alcun riscontro. «Gli accertamenti finora compiuti - viene sottolineato nella città giudiziaria - sulla tracciabilità del denaro uscito in maniera illecita dalle casse della Margherita conduce, per il momento, solo a Lusi». In un'intervista a La Stampa Marco Follini ha dichiarato che il caso Lusi «non può essere un alibi per l’assoluzione dei partiti. Abbiamo preso una decisione giusta ma, di per sè, non salvifica». Il presidente della giunta per le immunità ha definito «pilatesca» la scelta del non voto da parte del Pdl.
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