Rimborsi elettorali spariti nel nulla; l'ex tesoriere che ammette di aver sottratto il denaro; colleghi (e amici) che gli chiedono di restituire il maltolto. Sono questi i contorni dello scandalo che ha travolto l'ex partito della Margherita.
Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, attuale senatore del Pd, è indagato dalla procura di Roma per essersi appropriato di circa 13 milioni di euro, tra il 2008 ed il 2011, sottraendoli dalle casse della Margherita dove erano arrivati come rimborsi elettorali. Appropriazione indebita il reato contestato al parlamentare dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Stefano Pesci.
L’inchiesta è praticamente chiusa e non ci sono altri indagati. In sostanza, per la procura, si è trattato di un’ attività che ha riguardato il solo Lusi. In queste ore i legali dell’ex tesoriere e la Margherita stanno trattando le modalità della restituzione del denaro. Al vaglio degli inquirenti, in caso di fallimento dell’ «operazione restituzione» c’è anche l’ipotesi di sequestro dei beni del parlamentare. Dei 13 milioni di euro prelevati, cinque sono stati utilizzati per il pagamento di tasse relative all’acquisto di due case, una a Roma in via Monserrato l’altra a Genzano, e per il trasferimento di somme, anche in Canada, attraverso una società riconducibile allo stesso Lusi e dietro il rilascio di ricevute fiscali per consulenze fittizie.
L’inchiesta è partita grazie ad una segnalazione della Banca d’Italia che indicava un’anomalia dietro l’acquisto del lussuoso appartamento di via Monserrato. Il parlamentare, interrogato in procura, ha ammesso le proprie responsabilità, ossia di aver effettuato decine di bonifici del quale era sempre il beneficiario. Spiegando i motivi di tali appropriazioni, Lusi, il quale aveva potere di movimentazione di danaro fino a 150 mila euro (da qui la necessità di procedere a decine di bonifici), ha aggiunto, senza peraltro apparire molto convincente, di essersi appropriato del danaro come compenso delle proprie prestazioni. Dopo una giornata di polemiche e accuse è sceso in campo anche Bersani: «Noi non sappiamo nulla di questa vicenda e aspettiamo di avere chiarezza. Poi, se veranno accertate responsabilità individuali, il Pd prenderà provvedimenti secondo le regole», ha spiegato il segretario Pd alludendo alla possibile sospensione di Lusi dal partito.
«Siamo incazzati e addolorati», è stato oggi il lapidario commento del leader dell’Api, Francesco Rutelli, aggiungendo che «la Margherita intende recuperare tutto il maltolto». Poi lo stesso Rutelli, in una nota scritta insieme agli ex Margherita Enzo Bianco e Giampiero Bocci, spiega di essere stato sentito il 16 gennaio scorso dalla Procura di Roma su «alcune operazioni finanziarie sulle quali si era appuntata l’attenzione di GdF e Banca d’Italia, giudicate anomale». «Completamente all’oscuro di quei fatti», Rutelli ha chiesto al tesoriere Lusi di fornire ogni informazione agli inquirenti: cosa «avvenuta, in presenza del suo avvocato difensore, già l’indomani mattina». E in quella sede, «Lusi risulta aver ammesso pienamente le proprie responsabilità configurate nell’ appropriazione indebita aggravata». Il 18 gennaio, si legge ancora nel comunicato, Rutelli si è costituito come parte offesa, in proprio e come Presidente della Margherita. Gli ex vertici della Margherita hanno poi chiarito che «il potere amministrativo era interamente nelle mani di Luigi Lusi: persona da tutti stimata, che aveva iniziato la propria attività, in quanto Direttore Generale degli Scout (Agesci), apprezzato dal Sindaco Rutelli ed eletto due volte amministratore del partito, sino al suo scioglimento». Lusi ha dato le dimissioni dall’incarico di tesoriere della Margherita-DL.
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