giovedì 19 aprile 2012

«Adesso basta», imprenditore getta la spugna

Aveva fatto arrestare i suoi estortori

Un giovane imprenditore di 25 anni, Daniele Stuppia, titolare dell'autosalone Cars Srl, dopo aver denunciato i propri estortori all'ennesimo attentato contro la sua famiglia e il suo autosalone avrebbe deciso di gettare la spugna: «Ora basta non ne posso più, chiudo tutto»

VIBO VALENTIA - «Adesso basta. Non ne posso più. Sono stato costretto a licenziare già quattro dipendenti. Domani chiudo e mi autolicenzio anche io». E' questo l’amaro sfogo di Daniele Stuppia, un giovane di 25 anni, titolare dell’autosalone "Cars Srl" aperto a Vibo Valentia, in seguito all’ennesimo attentato intimidatorio avvenuto stanotte contro la serranda del suo autosalone. L’ultimo di una serie caratterizzata da una vera e propria escalation che ha registrato bombe e richieste di estorsioni con aggressioni fisiche e minacce di morte. Estorsioni che il venticinquenne imprenditore non ha esitato a denunciare facendo agli inquirenti anche i nomi di chi ha tentato di taglieggiarlo in alcuni casi anche facendo arrestare i presunti responsabili.
«Giorni addietro – afferma ancora l'uomo – la testa mozzata di un cane chiusa in un sacco assieme ad alcune cartucce di fucile contenute in un guanto di lattice, è stata depositata dinnanzi all’ingresso di casa mia. Prima ancora l’uccisione di un cavallo, la distruzione, con una bomba, della mia casa che, una volta ricostruita, è stata anche incendiata. Infine l'incendio del parco macchine. Ma la cosa che più mi scoraggia – spiega ancora il giovane – è che dopo che le forze dell’ordine li mettono in galera, dopo pochi giorni i delinquenti sono nuovamente fuori e continuano come se nulla fosse a perseguitarmi mettendo in pericolo me e la mia famiglia. E mentre io ed i miei anziani genitori stiamo crepando, loro continuano nella loro criminale carriera. Un qualcosa insomma che fa a pugni con quanto denunciato dalle autorità giudiziarie: Vale a dire che i cittadini non collaborano e non denunciano. E quando lo fanno? È la morte civile ed economica e - conclude laconicamente Stuppia - non sai più dove sbattere la testa».
Le sedi dell'impresa sono videosorvegliate, con estrema probabilità, dunque, i filmati saranno acquisiti dagli inquirenti per verificare se è possibile trarre elementi utili ai fini delle indagini aperte sulle intimidazioni.
Il 30 dicembre dello scorso anno è stato fatto anche un attentato contro il panificio industriale sempre di proprietà della famiglia Stuppia. «Sono nel mirino di queste persone – dice ancora Stuppia – e non posso più sostenere questa situazione. Servono provvedimenti concreti. Chi mi perseguita è libero ed io vivo nell’inferno. Forse sarebbe stato meglio se avessi pagato quanto mi era stato chiesto. Voglio andarmene all’estero perchè in Italia non si capisce più nulla».

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