Si nascondeva in un casolare tra un gruppo rom
L'imprenditore era irreperibile dallo scorso 4 febbraio, quando era sfuggito all'operazione "Italia che lavora" contro l'ingerenza del Locale reggino negli appalti pubblici. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di dieci persone che avrebbero favorito la latitanza
SAN LUCA (RC) - E' stato arrestato il latitante Sebastiano Nirta, sfuggito all'operazione "Italia che lavora" che aveva colpito le cosche del Reggino. L'uomo è stato scovato in un casolare di campagna, all'interno di un insediamento rom.
L'arresto è avvenuto ad Ardore (RC), in contrada Pietrazomita, a conclusione di una serrata e articolata attività di ricerca. Sono stati i Carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Locri a rintracciare il latitante di 56 anni all’interno di un fabbricato rurale. L'imprenditore di San Luca si era reso irreperibile il 4 febbraio scorso nell’ambito dell’operazione denominata “Italia che lavora”, nel corso della quale erano stati eseguiti 11 provvedimenti restrittivi (di cui 9 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettante persone a vario titolo indagate per associazione di tipo mafioso, illecita concorrenza volta al condizionamento degli appalti pubblici, frode nelle pubbliche forniture e furto di inerti, con l’aggravante delle modalità mafiose, avendo agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale della “Locale” di San Luca. È attualmente al vaglio degli inquirenti la posizione di 10 persone per il favoreggiamento della latitanza.
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