sabato 19 maggio 2012

Casalesi, sequestrato terreno agricolo

Contaminato da arsenico, cadmio e stagno


CASERTA - La Squadra Mobile di Caserta ha sequestrato stamattina un terreno agricolo a Lusciano di circa 20 mila metri quadrati di proprietà di Nicola Mariniello, 58 anni, un imprenditore ritenuto vicino al clan dei Casalesi indagato per gestione di rifiuti non autorizzata e traffico illecito di rifiuti aggravati dal fine di agevolare un' organizzazione mafiosa.

Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dai pm della Dda di Napoli Giovanni Conzo e Alessandro Milita, il terreno sequestrato su disposizione del Gip del Tribunale di Napoli sarebbe stato per anni utilizzato per lo sversamento illecito di rifiuti pericolosi e nocivi provenienti in particolare dall' impianto di compostaggio Rfg di Trentola Ducenta (Caserta) di Elio Roma, un altro imprenditore considerato organico al clan anch'egli indagato in concorso con Mariniello.

Nel luglio 2008 la Squadra Mobile di Caserta aveva individuato nel giuglianese e nel casertano altri siti nei quali erano stati illecitamente smaltiti ingenti quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi provenienti da altre regioni italiane. Le analisi chimiche dei campioni estratti sul terreno sequestrato stamattina hanno evidenziato in effetti un'intensa contaminazione da arsenico, cadmio e stagno.

L'inchiesta che convolge Mariniello è nata dalle dichiarazioni di un altro imprenditore del settore dei rifiuti, Gaetano Vassallo, oggi collaboratore di giustizia ma fino a 10 anni fa principale referente del gruppo capeggiato da Francesco Bidognetti alias «Cicciotto 'e Mezanotte».

Fu Vassallo, che per 20 anni aveva operato attraverso aziende come la «Novambiente s. r. l.», a svelare l'esistenza di un vero e proprio «cartello» di imprese attive nel comparto ambientale che tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 avevano instaurato un regime di monopolio, imponendosi sul mercato, abbattendo i costi di esercizio grazie allo smaltimento illecito ed abusivo di ingenti quantitativi di rifiuti solidi urbani, speciali, tossici e nocivi, in una serie di discariche anche clandestine, controllate direttamente o indirettamente dal clan dei Casalesi.

Nelle sue discariche Vassallo rivelò di avere illegalmente smaltito, tra l' altro, oltre 6 mila quintali di rifiuti provenienti dallo stabilimento ACNA di Cengio (Savona).

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