martedì 22 maggio 2012

Contro il proscioglimento dei docenti per le false 104, la procura ricorre in Cassazione

Sono ventiquattro i professori coinvolti che avrebbero ottenuto l'assegnazione di incarichi vicino al luogo di residenza senza avere i titoli. A marzo il giudice per l'udienza preliminare non ha accolto le richieste di rinvio a giudizio che erano state sollecitate dall'aggiunto Airoma
 

COSENZA - La Procura incalza e ricorre in Cassazione, ribadendo la richiesta di rinvio a giudizio. La vicenda giudiziaria di riferimento è quella concentrata sulla legge 104, della quale - a detta sempre della magistratura bruzia - avrebbero illecitamente beneficiato ventiquattro persone, gravitanti nel mondo della scuola. Lo scorso 26 marzo tutti gli indagati furono prosciolti dal gup del tribunale bruzio, Livio Cristofano, con la formula “perchè il fatto non sussiste”. Il giudice non accolse così la richiesta della Procura che, nella persona del procuratore aggiunto Domenico Airoma, aveva invece sollecitato il rinvio a giudizio per tutti e ventiquattro gli indiziati, ipotizzando il reato di falso ideologico. Da qui il ricorso in Cassazione dello stesso Airoma, secondo il quale il giudice ha letto con superficialità le fonti di prova allegate.
La parola quindi passerà ai supremi giudici, che potrebbero annullare la decisione del gup Cristofano, rinviando gli atti a un nuovo giudice. A detta dell’accusa i ventiquattro avrebbero falsamente dichiarato, al fine di ottenere l’assegnazione di incarichi vicino al luogo di residenza, di assistere in modo “costante e assiduo” genitori, nonni e nipoti con problemi di invalidità. Secondo la Procura questi ultimi erano già accuditi da altri congiunti, da badanti o in case di riposo. E per questo non era da ritenersi sussistente “il presupposto della effettività dell’assistenza”. Ipotesi che il 26 marzo scorso non ha però retto dinanzi al gup, che ha così sposato la tesi difensiva. A detta degli avvocati, infatti, le assegnazioni erano da ritenersi legittime. Da qui la sentenza di non luogo a procedere per Maria Bisceglia, Giuseppina Caputo, Orietta Cosentino, Pasquale Cozza, Selene Giannuzzi, Luigi Gaudio, Rosaria Ginese, Adele Granato, Rosa Alba Rita Guarascio, Emanuela Antonella Lucirino, Maria Mancuso, Rosanna Mannarino, Olimpia Marini, Franca Luisa Marrelli, Maria Francesca Massaro, Gennaro Migliano, Francesco Giovanni Naccarato, Rita Paoli, Silvana Scicchitano, Luigi Serpa, Giuseppina Surace, Vittoria Amedeo, Giuseppina Branda ed Emanuela Ominelli. Ricco il collegio difensivo, del quale - tra gli altri - hanno fatto parte gli avvocati Marcello Nucci, Vittoria Bossio, Vincenzo Belvedere, Pietro Perugini, Giustino Mauro, Innocenzo Palazzo, Nicola Carratelli, Ugo Le Donne e Francesco Calabrò.

ROBERTO GRANDINETTI

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