sabato 8 dicembre 2012

Mafia, rinvio a giudizio per l'ex sindaco di Campobello di Mazara

Con Caravà Il gup Giangaspare Camerini ha rinviato a giudizio altre sei persone. Per l'accusa, l'ex primo cittadino aveva rapporti con la famiglia locale di cosa nostra
 
PALERMO. Il gup Giangaspare Camerini ha rinviato a giudizio sette persone coinvolte nell'indagine della Dda di Palermo che il 16 dicembre 2011 sfociò nell'operazione antimafia «Campus Belli». Tra loro anche l'ex sindaco di Campobello di Mazara (TP) Ciro Caravà, di 53 anni, che era a capo di una giunta di centrosinistra. In seguito il Comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Dalle indagini, infatti, è emerso che il sindaco Caravà, secondo l'accusa, intratteneva rapporti con esponenti della locale famiglia mafiosa capeggiata da Leonardo Bonafede, anch'egli rinviato a giudizio. Saranno, inoltre, processati a Marsala (prima udienza: l'8 febbraio), anche Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina, considerati il «braccio operativo» di Bonafede, Gaspare Lipari, che avrebbe svolto una funzione di «collegamento» tra il sindaco e il capomafia, Antonino Moceri e Antonio Tancredi. Hanno, invece, chiesto di essere giudicati con rito abbreviato Filippo Greco, imprenditore di Campobello, da tempo trasferitosi a Gallarate (Va), ritenuto uno dei principali finanziatori nonchè il «consigliere economico» dell'organizzazione mafiosa, e Calogero Randazzo, già condannato per associazione mafiosa. Al centro delle indagini, avviate nel 2006, c'è uno dei «sodalizi criminali» considerato tra i più vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro. Secondo gli investigatori, la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara avrebbe mantenuto uno stretto collegamento con il 'boss' e, «attraverso un pervasivo controllo del territorio», sarebbe riuscita a «infiltrare progressivamente le attività imprenditoriali ed economiche dell'area». A coordinare le indagini sono stati il procuratore Aggiunto della Dda Maria Teresa Principato e i sostituti Marzia Sabella e Pierangelo Padova.

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