martedì 19 febbraio 2013

Preso in Germania il latitante Davide Sestito

Accusato di omicidio nella faida del Soveratese

L'uomo era stato colpito da un provvedimento di fermo nell'operazione "Showdown", portata a termine dai carabinieri lo scorso mese di ottobre. L'inchiesta colpì i presunti componenti della cosca Sia, Procopio, Tripodi, contrapposta a quella dei Gallace-Novella per il controllo del territorio. Le indagini partirono dopo l'assassinio di Giuseppe Todaro
 
di SAVERIO PUCCIO


CATANZARO - I carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno tratto in arresto il latitante Davide Sestito. L'uomo è stato rintracciato in Germania ed era sfuggito all'operazione "Showdown", nella quale era stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di omicidio. L'operazione era stata portata a termine lo scorso mese di ottobre ed aveva portato all'emissione di 18 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti presunti affiliati al clan Sia-Procopio-Tripodi. La cosca, secondo l'accusa, avrebbe gestito il comprensorio del soveratese, fino allo scontro che aprì la faida nella zona. che ha la sua base operativa nella zona di Soverato. Dei diciotto provvedimenti emessi dalla Dda di Catanzaro, ne furono eseguiti 14 e le accuse per i destinatari sono l'associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina e ricettazione.
Le indagini che hanno portato ai fermi erano partite nel dicembre del 2009 con la scomparsa di Giuseppe Todaro, presunto affiliato alla cosca Gallace-Novella, in contrasto con quella dei Sia-Procopio-Tripodi. Todaro sarebbe stato ucciso per una vendetta mafiosa ed il suo cadavere fatto sparire. L’indagine scaturita dall’omicidio e diretta dal pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla, ha consentito di delineare compiti e ruolo degli indagati nell’ambito del "locale" di 'ndrangheta attivo sin dal 2002 nella fascia jonica catanzarese.
Il latitante era riuscito a fuggire dall’ordinanza di fermo emesso a dicembre del 2011. E da lì era riuscito a raggiungere prima la Spagna e poi la Germania. Dietro, con tutta probabilità, una buona rete di copertura, ma anche l’abilità dell’uomo, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e indiziato anche del delitto del cognato Giuseppe Todaro, il cui corpo non è stato mai ritrovato. Sestito comunicava con la famiglia, rimasta in provincia di Catanzaro, attraverso un codice numerico, da qui il nome all’operazione: “Number”. I carabinieri del Reparto operativo provinciale, guidati dal colonnello Giorgio Naselli, sono riusciti a codificare i messaggi inviati alla moglie e a scoprire che era stato fissato un appuntamento per il ricongiungimento. A quel punto sono scattati una serie di servizi tra la Spagna, la Francia e la Germania. La donna è stata seguita per diversi giorni, fin quando è partita prima alla volta di Milano, poi per Torino, quindi di nuovo a Milano, dove si è fermata in un albergo. Improvvisamente la partenza per la Germania via Austria, in treno. Destinazione la città di Saarbruken, vicino Stoccarda. E’ qui che gli uomini dell’Arma hanno atteso movimenti, fin quando è arrivata un’autovettura con a bordo il latitante, accompagnato da un uomo di nazionalità italiana sulla cui posizione sono in corso indagini. Sestito non ha opposto resistenza, ma ha avuto un lieve malore. I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede del Comando provinciale di Catanzaro, alla presenza del colonnello Salvatore Sgroi, comandante provinciale; del colonnello Naselli; del procuratore Vincenzo Antonio Lombardo e dell’aggiunto Giovanni Bombardieri.
Sgroi ha sottolineato le difficoltà che sono state superate per arrivare sulle tracce dell’uomo, mentre Naselli ha evidenziato «l’alta professionalità della polizia tedesca e la collaborazione di tutte le polizie europee interessate». Il procuratore Lombardo ha sottolineato come «Sestito è stato inseguito in molti stati europei. Si tratta – ha aggiunto – di un personaggio che ha avuto anche ruoli dirigenziali nella cosca Sia-Tripodi-Procopio, considerato vicino al gruppo e in autonomia rispetto alla cosca Gallace di Guardavalle. Lui è sospettato di essere il killer del cognato, Giuseppe Todaro. Analoga parentela c’era con Ferdinando Rombolà, anch’egli rimasto ucciso. I tre, infatti, avevano sposato tre sorelle». L’aggiunto Bombardieri si è soffermato sul lavoro di intelligence compiuto dai carabinieri, mentre Naselli ha poi ricostruito le indagini portate avanti prima dell’arresto. Sestito è stato rinchiuso in carcere in Germania, in attesa dell’estradizione che dovrebbe avvenire presto.

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