L'appello ridimensiona l'inchiesta sul clan di Rosarno
CInque assolti e riduzioni per sei imputati. Questo il bilancio del giudizio di secondo grado del processo scaturito dall'operazione All Inside che nel settempre 2011 aveva registrato le condanne di primo grado al processo celebrato in abbreviato. Tra le pene ridotte anche quelle a carico di Vincenzo e Francesco Pesce considerati al verdite della cosca
REGGIO CALABRIA – Si è concluso con cinque assoluzioni e la riduzione delle condanne per sei imputati il processo d’appello nei confronti di esponenti della cosca Pesce coinvolti nell’inchiesta 'All inside' e condannati nel settembre del 2011 con rito abbreviato dal gup distrettuale di Reggio Calabria, Roberto Carrelli Palombi. La sentenza di secondo grado è stata emessa dai giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria. Tra le pene ridotte ci sono anche quelle a carico di Vincenzo e Francesco Pesce, di 54 e 35 anni, zio e nipote, ritenuti a capo dell’omonima cosca della 'ndrangheta, condannati in primo grado a 20 anni di reclusione. I giudici della Corte d’appello hanno ridotto a 16 anni la condanna per Vincenzo Pesce ed a 13 anni per Francesco Pesce, detto 'Ciccio testuni'. Nei loro confronti ci sono le accuse della collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce, cugina di Francesco e nipote di Vincenzo. È stata ridotta a 2 anni e 4 mesi la pena anche per l’agente della polizia penitenziaria Eligio Audino, che in primo grado avevano avuto 3 anni e 4 mesi. Sono stati assolti il carabiniere Lucio Aliberti (3 anni in primo grado), Salvatore Consiglio (10 anni), Francesca Zungri e Lidia Arena (2 anni) e Elvira Mubaraksina (6 anni).
Nessun commento:
Posta un commento