domenica 3 febbraio 2013

Napoli, clientele e sprechi da 1,7 milioni



Due ex assessori finiscono sott'inchiesta Assunzioni illegittime e stipendi d'oro
Napoli Servizi, sequestri a Balzamo e Oddati. Avviso all'ex sindaco Iervolino. I giudici chiedono i risarcimenti



di Luigi Roano
 
NAPOLI - Un doppio fronte investigativo aperto su Napoli Servizi società del Comune al cento per cento negli anni che vanno dal 2003 a oggi. Le luci sono accese su due ex assessori: Ferdinando Balzamo e Nicola Oddati e sull’ex sindaco Rosa Russo Iervolino, tutti Pd. La magistratura ordinaria sta indagando su una brutta storia di assenteismo e ha i riflettori accesi sull’intera gestione della società. La magistratura contabile è invece già alle richieste di risarcimento danno, 1,7 milioni chiesti ai due ex assessori chiamati a controdedurre a fine mese. A Balzamo sono stati chiesti danni per 1, 3 milioni, a Oddati 420mila euro.

Per loro il presidente della Corte dei Conti Fiorenzo Santoro ha accolto la richiesta di sequestro conservativo dei beni a favore della Napoli Servizi. Per la Iervolino si profila un procedimento per «culpa in vigilando». Nel calcio è chiamata responsabilità oggettiva. Secondo i magistrati contabili non poteva non sapere ma soprattutto non ha esercitato al sua funzione di controllo.

Assunzioni illegittime, compensi a pioggia, superminimi, persino un doppio aumento dei compensi dei componenti del cda. Che dal gettone passano alla percezione di reddito annuo come se fosse un lavoro stare nei consigli di amministrazione di una società pubblica. La magistratura contabile questo ha rilevato. Le indagini sono state portate avanti dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. Loro hanno accertato il danno da 1,7 milioni arrecato alle casse di Napoli Servizi spa, società costituita nel 1999 per lo svolgimento in house dei servizi di pulizia ordinaria e straordinaria, custodia e manutenzione del patrimonio immobiliare e delle aree verdi del capoluogo partenopeo.

I militari, su delega dei vice procuratori della Corte dei Conti Pierpaolo Grasso e Ferruccio Capalbo, hanno riscontrato una serie di irregolarità, come «l’indebita corresponsione di indennità accessorie ad alcuni dipendenti aziendali», per un importo complessivo di circa 695 mila euro. Ma soprattutto, ed è questo il profilo che è attentamente monitorato dal pool mani pulite della Procura coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Greco, l’assunzione di almeno 4 funzionari e del direttore generale Ferdinando Balzamo. Perché dopo aver lasciato la giunta, la Iervolino lo sistemò appunto nell’azienda di Palazzo San Giacomo. Del resto l’ex sindaco ha sempre detto che «gli assessori per me sono come dei figli».

Certosina l’inchiesta delle fiamme gialle. Sono i finanzieri che hanno attestato che quattro funzionari sono stati assunti, negli anni 2007-2008, senza osservare le precise direttive che il Comune, con apposita delibera del 2007, aveva impartito a tutte le proprie società interamente partecipate in merito alle modalità di selezione del personale. Gli innesti sono stati fatto senza tenere conto del reale fabbisogno del personale e senza nessuna selezione, per decisioni degli amministratori.

Ne è scaturito un danno per 433mila euro. Analoghe irregolarità hanno riguardato anche l’assunzione di Balzamo. Nominato, nel 2008, dirigente della Napoli Servizi spa «senza alcuna selezione pubblica e in palese violazione di disposizioni impartite dal Comune sul reclutamento del personale nelle società partecipate, le quali - per garantire la trasparenza e la parità di trattamento nella selezione del personale ed evitare indebite pressioni da parte degli organi apicali nelle procedure stesse - vietano espressamente (nei casi di assunzione diretta dettata da motivi di urgenza) l’assunzione di parenti e di altri soggetti legati a dirigenti o quadri dell’ente assuntore».

Un conflitto di interesse palese vista la molteplicità di ruoli di Balzamo nell’azienda. Per i cda è contestata l’indebita attribuzione, dal 2003 al 2010, ai consiglieri d’amministrazione un compenso annuale di circa 20mila e 600 euro, in luogo dei gettoni di presenza, per la partecipazione alle adunanze degli organi sociali. Tale decisione venne assunta nonostante l’espresso parere contrario del collegio sindacale».

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