Il boss latitante Iacominio era in Brasile
Arrestato iscritto ad associazione antiracket
di Mary Liguori
NAPOLI - È stato arrestato in Brasile il boss Tommaso Iacomino, latitante dal 2008. Ritenuto uno dei più pericolosi narcotrafficanti in circolazione, il ras dell'omonimo clan di Ercolano fece perdere le proprie tracce scappando in Colombia dopo una scarcerazione ottenuta per decorrenza dei termini.
L'arresto oltreoceano è stato eseguito poche ore prima che ad Ercolano venisse inflitto l'ennesimo
duro colpo alla malavita. Nella notte infatti i carabinieri hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere per droga, associazione a delinquere di stampo mafioso e per un tentato omicidio.
Tra gli arrestati, uno degli imprenditori che hanno testimoniato nel processo conclusosi pochi giorni fa con venti condanne contro esponenti del clan Ascione-Papale, cosca per la quale- secondo quanto si legge nell'ordinanza eseguita la scorsa notte - l'uomo spacciava droga.
Altra storia ricostruita nell'inchiesta è quella del tentato omicidio di un carrozziere per il quale non ci fu mai denuncia. La vittima, che arrivò in ospedale con un proiettile nel torace, infatti raccontò di essersi ferita nel corso di una rapina, ma in realtà gli aveva sparato un affiliato agli Ascione.
Tra vittima e carnefice ci fu infatti un patto: in cambio di 250 euro a settimana, l'uomo decise di non denunciare i fatti e quindi di proteggere il suo mancato assassino dalle forze dell'ordine.
L'arresto oltreoceano è stato eseguito poche ore prima che ad Ercolano venisse inflitto l'ennesimo
duro colpo alla malavita. Nella notte infatti i carabinieri hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere per droga, associazione a delinquere di stampo mafioso e per un tentato omicidio.
Tra gli arrestati, uno degli imprenditori che hanno testimoniato nel processo conclusosi pochi giorni fa con venti condanne contro esponenti del clan Ascione-Papale, cosca per la quale- secondo quanto si legge nell'ordinanza eseguita la scorsa notte - l'uomo spacciava droga.
Altra storia ricostruita nell'inchiesta è quella del tentato omicidio di un carrozziere per il quale non ci fu mai denuncia. La vittima, che arrivò in ospedale con un proiettile nel torace, infatti raccontò di essersi ferita nel corso di una rapina, ma in realtà gli aveva sparato un affiliato agli Ascione.
Tra vittima e carnefice ci fu infatti un patto: in cambio di 250 euro a settimana, l'uomo decise di non denunciare i fatti e quindi di proteggere il suo mancato assassino dalle forze dell'ordine.
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