Maxi operazione disposta dalla Dda di Milano: oltre alla Calabria coinvolte Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia, Puglia e Basilicata. Le indagini erano scattate dopo l'omicidio di un narcotrafficante e hanno portato a svelare un'organizzazione articolata che parte dal Reggino
ROMA – Decine di arresti sono in corso in tutta Italia nell’ambito di un’indagine dei carabinieri del Ros nei confronti di una presunta organizzazione criminale accusata di essere dedita al traffico di droga e finanziata dalle cosche di Reggio Calabria. L’inchiesta, coordinata dalla Dda della procura di Milano, è scaturita dall’omicidio di un narcotrafficante, avvenuto qualche anno fa.
Sono complessivamente 52 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Milano per altrettanti soggetti nei confronti dei quali i magistrati ipotizzano il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dalle finalità mafiose e dalla transnazionalità. I carabinieri del Ros e quelli dei comandi territoriali stanno eseguendo gli arresti oltre che in Lombardia anche in Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata.
L’indagine ha consentito ai carabinieri di scoprire che la presunta organizzazione era finanziata dalle cosche reggine della 'ndrangheta, per le quali acquistava ingenti quantitativi di droga in Sudamerica. Tutto partiva dal triangolo della Locride composto dai paesi di San Luca, Bovalino ed Africo dove Gico-Goa della guardia di finanza di Reggio Calabria e della Direzione centrale servizi antidroga hanno eseguito l’arresto di 29 persone legate alle cosche. Tra loro anche Bruno Pizzata, ritenuto un noto narcotrafficante, Francesco Strangio e Sandro Bruzzaniti. Effettuate perquisizioni nelle province di Reggio, Cosenza, Brindisi, Milano, Monza/Brianza, Como e Genova. Scoperta una rete d'affari anche con le cosche della Sacra corona unita pugliese.
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