Inchiesta shock sui costi del Consiglio regionale
Dalle cene alle auto di lusso. Ecco come i politici calabresi spendono i fondi destinati ai rimborsi. E c'è persino chi usava soldi pubblici per pagare le proprie bollette della tarsu. Dieci consiglieri regionali e quasi tutti i direttori amministrativi dei gruppi consiliari sono finiti sotto indagine dopo gli accertamenti della Guardia di Finanza a Palazzo Campanella
REGGIO CALABRIA - C’è stato anche chi ha avuto la faccia tosta di farsi rimborsare i “Gratta e Vinci”. I contribuenti calabresi hanno mantenuto ai politici regionali di tutto. Qualcuno s’è fatto pagare il singolo caffè, le multe, i viaggi all’estero, gli hotel e i ristoranti. E poi auto di lusso, iphon, ipad, ricariche del telefono, bollette della tarsu, detersivi, il tagliando della macchina e persino le tasse da versare all’Agenzia delle entrate. Gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno trovato di tutto. Da settimane spulciano i conti dei gruppi del Consiglio regionale e non c’è giorno che non salti fuori qualche fattura che puzza lontano un miglio.
Ora l’inchiesta condotta dal pm Matteo Centini è arrivata ad un primo step. La procura nei giorni scorsi ha iscritto sul registro degli indagati quasi tutti i direttori amministrativi dei gruppi di Palazzo Campanella, e con essi dieci consiglieri regionali che dovranno dare spiegazioni di fatture e ricevute che non convincono gli inquirenti. Per tutti l’accusa è di peculato. Avrebbero infatti distratto soldi pubblici per finalità non istituzionali.
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