BARI – La Procura di Bari ha chiesto sei condanne fra gli otto e i due anni di reclusione per altrettanti imputati nel processo su presunti intrecci tra mafia, politica e affari ad Altamura. Le richieste sono state avanzate dal pm Desireè Digeronimo al termine del processo con rito abbreviato che si sta celebrando dinanzi al gup Gianluca Anglana. Per l’aggressione al giornalista Alessio Dipalo, che fu minacciato e picchiato per aver parlato, nei suoi servizi, di smaltimento illecito di rifiuti, rischiano condanne, quali mandanti, Domenico Cicirelli (8 anni), l’ex assessore comunale Vito Zaccaria (3 anni) e il collaboratore di giustizia Vincenzo Laterza (2 anni), quale esecutore materiale. A Cicirelli e Laterza la Procura contesta anche il reato di associazione mafiosa. Per il solo Zaccaria il pm ha chiesto l’assoluzione dall’accusa di concorso esterno nell’associazione mafiosa.
Per la presunta estorsione nei confronti dell’imprenditore Francesco Dipalo, fratello del giornalista, che sarebbe stato costretto ad assumere parenti e amici del boss e a corrispondere per anni somme di denaro al sodalizio, la Procura ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per l’avvocato Vincenzo Siani, che risponde anche di associazione mafiosa. Condanne a 4 anni e due mesi di reclusione sono state chieste per l’allora comandante della stazione dei Carabinieri di Altamura, Nicola Logiudice, e per un altro carabiniere in servizio nella stessa stazione, il maresciallo Massimo Carotenuto. Ai due carabinieri sono contestati i reati di favoreggiamento personale e false dichiarazioni, per non aver segnalato che il boss Bartolo Dambrosio (poi ucciso in un agguato) non ottemperava all’obbligo di firma cui era sottoposto nel 2007.
Altri nove imputati – tra cui un imprenditore – saranno processati con rito ordinario dal prossimo 20 maggio dalla Corte d’Assise di Bari: tra questi Giuseppe Bruno, accusato dell’omicidio di Biagio Genco scomparso nel novembre 2006 e ritenuto vittima della lupara bianca.
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