Giuseppe Giangrande, 50 anni, vedovo da due mesi, è in prognosi riservata. Sta meglio Francesco Negri, 29 anni, appuntato: «C’era gente, non ho sparato»
di Marco De Risi e Riccardo Tagliapietra
L’ULTIMO POST
«Buona domenica a tutti. Oggi grande giornata di sole». È l’ultimo post scritto sulla propria pagina Facebook da Giangrande. Sotto la frase c’è la foto di una carrozza, ferma in una piazza romana. Sono le 11.06 di ieri mattina, «nei pressi di Roma», è spiegato sul profilo. Pochi minuti dopo Luigi Preiti spara i colpi di pistola contro i due militari. Scorrendo il profilo di Giangrande si incontrano molte foto scattate nella sua città natale, Monreale (Palermo), fra litorali e pasticcerie. Ma anche quelle «di lavoro», con l’ordine pubblico all’Olimpico e l’intervento in Emilia, per il terremoto: «Oggi alle ore 09.03 circa, ho vissuto unitamente ai ragazzi della squadra cosa significa sentire il sisma di 5.8 - scrive il 29 maggio - vi posso garantire che non è una bella esperienza».
IL PASSATOGiangrande era stato al nucleo radiomobile del Comando provinciale dei carabinieri di Prato fino a tre anni fa, poi aveva chiesto il trasferimento al VI Reggimento Mobile Toscana, con sede alla caserma Baldissera di Firenze. Faceva parte del gruppo antisommossa, ed è questa la ragione per cui si trovava a Roma in questo periodo. Il contingente toscano era arrivato a Roma da qualche giorno. «Siamo a disposizione del Comando generale - aggiungono i colleghi - che ci impegna non solo in Toscana, ma laddove ci sia bisogno: dalle emergenze di Lampedusa a quelle per la Tav, al servizio pubblico durante le partite».
L’APPUNTATO
Francesco Negri, 29 anni, originario di Torre Annunziata, appuntato dell’Arma, pure lui in servizio al VI battaglione carabinieri Toscana, al contrario del collega, può parlare. A chi viene a trovarlo nel suo letto d’ospedale racconta quei terribili momenti davanti a palazzo Chigi. «Non ho sparato perché la piazza era piena di gente», si giustifica il carabiniere, quasi fosse una colpa. Invece è un gesto da eroe, perché nella folle mischia di piombo innescata da Luigi Preiti, la lucidità e freddezza di Negri ha salvaguardato le vite di turisti e semplici cittadini che il destino aveva voluto in quel momento a pochi passi dagli spari.
Francesco, che vive ancora in caserma, sta per sposari. Veronica, 28 anni, è la sua fidanzata. Fa la cantante. Si conoscono da sei anni e insieme hanno un sogno: una casetta vicino al mare a Porto Santo Stefano. Ieri mattina il papà della ragazza, Gianfranco, era andato lì per ultimare alcuni lavori, poi era tornato a casa. E Veronica, impietrita davanti alla tivù aveva urlato «hanno sparato a Francesco». Sul teleschermo l’ombra di una divisa. Nessun volto inquadrato. Ma Veronica, che ora tiene stretta la mano di Francesco, sapeva già tutto. Lo aveva sentito nel cuore, come fosse una veggente. L’ultima parola nella stanza d’ospedale spetta a Francesco che ora vuole solo riposare. «Viviamo una fase di tensione nel paese - dice - e queste tensioni ricadono sulle nostre spalle».
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