La pista: lite tra famiglie
NAPOLI - Una lite il giorno prima. Poi, dopo ventiquattrore, quello che doveva essere un chiarimento si declina in epilogo tragico: una rissa in strada, al calar della sera a Pianura, tra sei persone e la morte di un trentunenne. Scenario ancora tutto da chiarire e contorni ancora indefiniti mentre nella notte la squadra Mobile ha ascoltato le cinque persone coinvolte nella rissa. Tra loro, ne sono convinti gli inquirenti, c’è l’omicida, un uomo già conosciuto per i suoi precedenti di polizia.
E si torna a ieri sera, a una storia in cui, ci sono sì le piccole pendenze giudiziarie di vittima e assassino, ma non c’entrerebbe né la camorra, né gli affari dei clan.
Sono le 20.30 quando in strada, siamo in via vicinale Sant’Aniello a Pianura, s’affrontano in sei: dovrebbe essere un chiarimento rispetto alla lite avvenuta il giorno prima. In mezzo ci sono vecchi rancori e gelosie tra due nuclei familiari allargati che si conoscono da una vita. Storie di quartiere, affronti mai digeriti e mai placati.
Non è chiaro solo se il contatto in via Vicinale sia avvenuto per caso o per la richiesta di qualcuno per incontrarsi e dirimere la faccenda. Ma invece del chiarimento, ecco la lite furibonda che coinvolge sei persone. Si viene subito alle mani poi, emerge dalle prime testimonianze, spunta un bastone. E poi, purtroppo, anche un coltello che colpisce Elia Ricciardi, 31 anni, con precedenti di poco conto.
È lui ad avere la peggio. A terra, qesanime, ci si rende conto subito come la situazione sia grave. Una, due coltellate che non gli lasciano scampo e non gli danno nemmeno il tempo di arrivare in ospedale.
Muore in ambulanza durante il trasporto. E quando arriva al San Paolo i medici non possono fare altro che constatarne il decesso e tentare di spiegarlo ai familiari. Non c’è più nulla da fare per il trentunenne. Fuori dal pronto soccorso gli amici e i parenti del giovane non appena vengono a sapere della morte del proprio congiunto vanno in escandescenze. Volano sedie e un vetro va in frantumi. Rabbia e disperazione. Accusano i medici anche se non hanno assolutamente colpa della morte del giovane.
La vicenda passa in mano agli uomini della squadra mobile guidati da Andrea Curtale che non ci mettono molto a individuare i partecipanti alla rissa avvenuta in strada.
A quel regolamento di conti tra famiglie trasformatosi in tragedia in pochi minuti. Sono cinque, viene chiamato il pm di turno e per loro scatta subito il fermo per capire chi ha sferrato il colpo mortale. Certo è che dei fermati, ricostruiscono gli inquirenti nella notte, due accompagnavano la vittima e tre erano della parte avversa. E tra quest’ultimi tre, tutti dello stesso gruppo familiare, si cela la mano di chi ha sferrato il colpo.
ad.pa.
Nessun commento:
Posta un commento