La Guardia di finanza di Bagheria ha scoperto un sistema studiato per decodificare il segnale delle pay per view e dirottarlo verso altri utenti, tramite la rete internet Adsl. 57 i denunciati
PALERMO. Guardavano a basso prezzo Sky, Mediaset Premium e i principali canali a pagamento, con canoni da 15 a 20 euro, a fronte di una spesa che, con abbonamenti regolari, sarebbe stata ben più consistente. La Guardia di finanza di Bagheria (Palermo), nell'ambito dell'operazione denominata "Card Sharing", coordinata dalla Procura di Palermo, ha scoperto un sistema studiato per decodificare il segnale delle pay per view e a dirottarlo verso altri utenti, tramite la rete internet Adsl. 57 i denunciati.
La frode è stata messa in atto da un abitante di Bagheria, insieme a un complice, che in un deposito di mezzi agricoli aveva realizzato un laboratorio usando pc, server e decoder, oltre a varie card Sky e Mediaset Premium. Da un abbonamento regolarmente attivato, il segnale criptato veniva violato e decodificato, in modo da renderlo visibile in chiaro; successivamente, tramite internet, il segnale veniva trasmesso ai decoder utilizzato dai clienti, i quali potevano vedere l'intera programmazione offerta dalle pay-tv.
I finanzieri sono riusciti a risalire ai nomi degli utilizzatori attraverso l'esame degli indirizzi Ip rilevati dai pc trovati nel box dell'ideatore del sistema. Uno dei due ideatori della truffa aveva il compito di procacciare persone alle quali intestare gli abbonamenti regolari, dai quali veniva prelevato e smistato il segnale satellitare. Gli abbonati, solo in alcune circostanze, erano consapevoli. Al pagamento dei canoni mensili provvedevano i componenti del sodalizio, attraverso carte di credito prepagate, anch'esse intestate a persone ignare.
La frode è stata messa in atto da un abitante di Bagheria, insieme a un complice, che in un deposito di mezzi agricoli aveva realizzato un laboratorio usando pc, server e decoder, oltre a varie card Sky e Mediaset Premium. Da un abbonamento regolarmente attivato, il segnale criptato veniva violato e decodificato, in modo da renderlo visibile in chiaro; successivamente, tramite internet, il segnale veniva trasmesso ai decoder utilizzato dai clienti, i quali potevano vedere l'intera programmazione offerta dalle pay-tv.
I finanzieri sono riusciti a risalire ai nomi degli utilizzatori attraverso l'esame degli indirizzi Ip rilevati dai pc trovati nel box dell'ideatore del sistema. Uno dei due ideatori della truffa aveva il compito di procacciare persone alle quali intestare gli abbonamenti regolari, dai quali veniva prelevato e smistato il segnale satellitare. Gli abbonati, solo in alcune circostanze, erano consapevoli. Al pagamento dei canoni mensili provvedevano i componenti del sodalizio, attraverso carte di credito prepagate, anch'esse intestate a persone ignare.
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