venerdì 12 giugno 2009

Finisce La Latitanza Di Antonio Pelle. i Carabinieri Del Ros Catturano Il Boss Di San Luca



Finisce La Latitanza Di Antonio Pelle. i Carabinieri Del Ros Catturano Il Boss Di San Luca

Reggio Calabria, 12 giu. (Adnkronos) - E' finita la latitanza di Antonio Pelle (nella foto), detto ''Gambazza''. Il 77enne boss di San Luca è stato catturato questo pomeriggio dai Carabinieri del Ros di Reggio Calabria all'ospedale di Polistena, nella piana di Gioia Tauro.

Ricercato dal 2000 per associazione mafiosa, traffico di armi, sostanze stupefacenti e altro, Pelle era inserito nell'elenco dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia. Dal 2007 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Al momento non ci sono favoreggiatori.

'Ntoni Gambazza, all'anagrafe Antonio Pelle, nato il primo marzo 1932 nel paese noto per una faida che ha fatto decine di morti, è il boss più potente di San Luca, uno dei capi storici dell'organizzazione, e nella struttura gerarchica della cosca ricopre il grado di vangelo, il più alto.

Dopo l'arresto del figlio, Salvatore Pelle, per 'Gambazza' termina oggi una latitanza cominciata nel 2000, quando venne condannato a 26 anni di carcere per associazione mafiosa, traffico internazionale di armi, droga e altro. Prima di allora il boss era stato assolto nove volte. Il 18 settembre 2007 sono state diramate anche ricerche in campo internazionale, finalizzate ad una eventuale estradizione dopo l'arresto.

In tutti questi anni si dice che Pelle sia sempre rimasto nascosto nei boschi dell'Aspromonte. Niente telefono, niente computer. Solo messaggeri per comunicare con i suoi. Comunicazioni divenute sempre più difficili negli ultimi anni, dopo la strage di Duisburg, del 15 agosto 2007, vista la crescente pressione dello Stato e la presenza sempre più capillare delle forze dell'ordine sul territorio.

Secondo gli investigatori, Antonio Pelle sapeva della Strage di Duiburg, cioè sapeva che qualcuno avrebbe vendicato l'omicidio di Maria Strangio, 33 anni, ammazzata a Natale del 2006 per errore, al posto del marito, Giovanni Luca Nirta.

Era a conoscenza della possibilità di una strage, ma non ha reagito. Anzi, proprio per sottolineare l'estraneita' alla faida delle famiglie più potenti chiese ai familiari liberi di mandare una lettera alla 'Gazzetta del Sud'. Insomma, la faida sarebbe solo uno scontro tra famiglie minori e 'Gambazza' stava cercando, come già aveva fatto in passato, nel 1991, di arrivare a una pace senza vincitori.


Camorra: Operazione Anti-Droga Della Polizia. Arrestate 15 Persone

(ASCA) - Caserta, 12 giu - E' in corso una massiccia operazione anticrimine disposta dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e dalla Direzione Centrale dell'Immigrazione ed attuata dalla Questura di Caserta, dal Comando Provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. L'attivita', che ha avuto come obiettivo prioritario il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione, sottolinea la Questura di Salerno, si e' svolta sul territorio del litorale domitio e del mondragonese e ha visto l'impiego complessivo di circa 300 unita' di poliziotti, carabinieri e finanzieri. L'operazione e' finalizzata a colpire le organizzazioni criminose locali collegate ai sodalizi camorristici che gestiscono la tratta di esseri umani e il traffico di stupefacenti nel territorio di Castel Volturno e Mondragone. Nel corso dell'operazione sono state arrestate 15 persone responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti, di sfruttamento della prostituzione, e contravvenzione all'Ordine del Questore di abbandonare il territorio nazionale. Duecento le persone finora controllate e 70 le posizioni irregolari di cittadini extracomunitari, quasi tutti con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, i quali sono stati accompagnati presso il Centro d'identificazione ed espulsione di Roma.

Mafia, quattro politici indagati per il tesoro di Ciancimino

La procura di Palermo ha indagato quattro politici siciliani perché ritenuti coinvolti nell'inchiesta sul tesoro accumulato illecitamente dall'ex-sindaco palermitano Vito Ciancimino, condannato per mafia e morto nel 2002. Continua a leggere questa notizia

Lo riferiscono fonti giudiziarie, precisando che i politici indagati sono il senatore Carlo Vizzini del Pdl, il deputato Saverio Romano e i senatori Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola dell'Udc.

L'inchiesta -- spiega oggi il "Corriere della Sera", che per primo ha riportato la notizia dei quattro indagati, che saranno sentiti da martedì -- è nata dalle ultime dichiarazioni dell'ultimogenito di Ciancimino, Massimo, già condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi di carcere per aver riciclato i soldi del padre.

L'uomo avrebbe spiegato durante gli interrogatori che nella gestione dei soldi lasciati dal padre sarebbero stati coinvolti personaggi ben più importanti di lui, tra cui uomini politici.

Secondo quanto raccontato da Ciancimino jr e riscontrato dagli inquirenti, scrive il Corriere, tra i destinatari dei importanti somme di denaro ci sarebbero stati a vario titolo anche Vizzini, Cintola, Romano e Cuffaro.

Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che ha detto di essere "estraneo" ai fatto contestati, ha annunciato le dimissioni da componente della commissione parlamentare antimafia, riservandosi "di assumere altre decisioni dopo che sarò stato sentito dai magistrati". "Ho la serenità di chi sa di essere estraneo ad ipotesi di reato e di potere compiutamente rispondere ai magistrati", ha scritto il senatore sul proprio blog.

"Vivo, tuttavia, l'amarezza di trovarmi in questa condizione dopo avere contrastato con forza la mafia, i mafiosi ed i comitati d'affari", ha aggiunto Vizzini, che ha già presentato in passato una denuncia per calunnia contro Ciancimino jr.

Al momento non è stato possibile raggiungere gli altri tre indagati.

Nessun commento:

Posta un commento